Remedello, votate le dimissioni del sindaco

Francesca Ceruti sfiduciata da una mozione votata dalla maggioranza dei consiglieri. Ora il paese sarà guidato da un commissario della prefettura.

(red.) Il pomeriggio di domenica 9 marzo è stato fatale per la giunta targata Francesca Ceruti. Remedello non ha più il suo sindaco. A sancirne la fine anticipata – il mandato politico sarebbe scaduto infatti a maggio – il voto favorevole di nove consiglieri alla mozione di sfiducia. Il testo è stato presentato dai gruppi di opposizione e da quattro consiglieri di maggioranza, ma contrari all’azione amministrativa del sindaco.
Il documento era stato inizialmente approvato da Gianpietro Bettinazzi e Paolo Cavallari di «Crescere insieme», da Ernesto Bartucci, Alessandro Saletti e Franca Marinoni della lista «Vivi Remedello», da Paolina Ruggeri, Elios Predari, Carlo Fara e Silvia Paitoni di «Paese mio», la formazione cui faceva capo l’ormai ex primo cittadino. Con le dimissioni del vice sindaco Elios Predani, il terzo nel giro di quattro anni e mezzo, furono ben chiare le prime avvisaglie della crisi imminente. Ma il colpo di grazia è arrivato ieri, durante il consiglio comunale straordinario organizzato in tutta fretta per sfiduciare il sindaco Ceruti. Alla base ci sarebbe «l’arroganza e l’ipocrisia nei confronti dei consiglieri», esclusi in toto dalle scelte e dai confronti all’interno del gruppo amministrativo, da sommare all’«allontanamento personale» che, sempre secondo gli ex consiglieri di maggioranza, risultava essere la conseguenza ultima nei casi di disaccordo o contestazione.
«Quando manca la condivisione delle scelte, manca una situazione di democrazia», è una delle dichiarazioni messa agli atti, mentre i dissidenti si sono uniti al coro, definendo l’operato del sindaco «una dittatura». Non sono mancate le risposte a tono dei reduci della maggioranza, dopo l’ennesima allusione alla «violazione di regole democratiche»: «a due mesi dalla fine del mandato la sfiducia è illogica – hanno tuonato dai banchi -: non è un bene per Remedello. A spingervi a questa decisione sono stati la rivalsa personale e l’orgoglio, gettando così fango sulla giunta». Parole di fuoco che si accompagnano agli impegni programmatici mantenuti, «il 90-95 per cento», e alle accuse di incompetenza e incapacità amministrativa da parte degli ex membri del gruppo.
Resta il fatto che ora il paese della Bassa bresciana dovrà fare i conti con l’arrivo di un commissario designato dalla prefettura.

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