Se il Comune è un “cattivo pagatore”

Nuovo ricorso al Tar di Sa.Fer per gli oneri di urbanizzazione del polo logistico Esselunga. Il Comune di Azzano Mella vuole restituire la somma in 10 anni.

(red.) Più di due milioni di euro. 2,6 per l’esattezza. Mica poco. E con i tempi che corrono, poi.
Questa è la cifra che Sa.Fer, impresa che avrebbe dovuto realizzare per conto di Esselunga il più grosso centro di stoccaggio e movimentazione merci del Nord Italia, sta aspettando dal Comune di Azzano Mella. Il gruzzoletto, infatti, era stato anticipato dall’azienda al Comune della Bassa Bresciana per gli oneri di urbanizzazione. Del centro di stoccaggio, però, a quanto pare, non se ne farà più niente.
Secondo quanto decretato dal Consiglio di Stato lo scorso ottobre, infatti, il ricorso con cui la ditta chiedeva la revocazione della sentenza che, nel settembre del 2012, ha bloccato la costruzione del polo di Esselunga è «inammissibile». Ma non è finita qui. Nelle casse comunali di Azzano Mella, infatti, quei soldi, che pur spetterebbero legittimamente a Sa.Fer, proprio non ci sono. Il debito, quindi, è stato dilazionato in dieci anni.
La ditta di Corte Franca, ora, si è rivolta al Tar di Brescia per chiedere l’annullamento della delibera con cui il Comune ha approvato il piano di riequilibrio finanziario decennale. Da parte sua, il sindaco del paese bresciano, Silvano Baronchelli ha dichiarato: «Capisco le loro ragioni. Ma l’unica soluzione per noi possibile è al vaglio della magistratura contabile e del Ministero dell’Interno».
In ogni caso, lo scorso ottobre i giudici di via Zima hanno già respinto una prima richiesta di Sa.Fer di riavere subito tutti soldi. L’approvazione, infatti, causerebbe l’affossamento finanziario del Comune bresciano.

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