“Fiera di Brescia: tante ambiguità”

I sindacati hanno contestato le scelte camerali: "La Camera di Commercio di Brescia prima ha enfatizzato il ruolo della fiera, ora chiude in fretta e furia".

(red.) La dismissione delle ambizioni fieristiche di Brescia avrebbe meritato maggiore dibattito pubblico, una condivisione delle analisi in campo e un confronto approfondito. Questa è l’opinione dei tre sindacati confederali.
“Una struttura considerata fino a ieri come un fattore rilevante per l’economia della nostra provincia, viene oggi archiviata con una rapidità sorprendete. Il metodo di questa scelta alimenta interrogativi che ci auguriamo trovino risposte convincenti, anche se è ormai chiaro che i tempi e gli atti pubblicizzati fin qui prefigurano una strada a senso unico. Non ci muove alcuna pregiudiziale rispetto alle novità annunciate: rileviamo però che le decisioni sembrano derivare dal condizionamento di lavori già in corso d’opera”.
La questione di fondo, secondo la nota, “riguarda il cambio di prospettiva operato dalla Camera di Commercio: dopo avere enfatizzato il ruolo della Fiera a sostegno del sistema economico e produttivo bresciano, dopo averla sostenuta ripianando perdite gestionali ingenti che ne hanno dimezzato il capitale sociale, si arriva alla dichiarazione di esaurimento dell’esperienza fieristica cittadina. Colpa della crisi economica di questi anni, è stato detto. Conosciamo bene purtroppo gli effetti della crisi sulla struttura economica e produttiva della nostra provincia, le pesanti ricadute che ha avuto e continua ad avere sull’occupazione, l’incertezza che ne deriva per decine di migliaia di lavoratori, le difficoltà in cui si trovano le famiglie”.
Sicuramente la crisi ha orientato il cambio di strategia rispetto alla Fiera, “ma probabilmente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di ambizioni eccessive e di una competizione territoriale sbagliata. Quanto ha pesato nella vicenda espositiva di cui oggi ci è annunciata la chiusura, l’antagonismo o l’indifferenza verso l’esperienza fieristica di Montichiari? Nella generalizzata difficoltà dei sistemi fieristici, il nostro territorio non ha brillato per sforzi di razionalizzazione e ricerca di collaborazioni, dando spesso l’impressione di sprecare energie nel provincialismo di una sfida che ha finito per danneggiare entrambe le realtà”.
Le mostre bresciane finiranno ora a Montichiari? Sono stati fatti passi in proposito? Ci sono studi, ricerche o idee che possono supportare un progetto fieristico capace di dare vetrina ad alcune eccellenze produttive del nostro territorio? E ancora: in che modo verranno ripianate le perdite, i costi di gestione e gli oneri finanziari della Fiera di Brescia?
“Sono domande che non sono fatte per smorzare gli entusiasmi sulle suggestioni avveniristiche che dovrebbero prendere il posto della Fiera: attendono semplicemente una risposta. Abbiamo la consapevolezza che continuare a ripianare perdite senza intravedere un’inversione del trend negativo degli ultimi anni non era una strada ulteriormente perseguibile. Rimane però da verificare se il nuovo progetto consenta una reale “riduzione del danno” o se rappresenti l’allungamento di un’agonia. Chi ha i maggiori elementi di conoscenza ha la responsabilità di fornire risposte esaurienti. Solo in questo modo è possibile colmare un gap di confronto che rischia di diventare un gap di partecipazione dei cittadini alle scelte sul futuro della città e del territorio”.

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