Daspo, botta e risposta Ricifari-Ultras

Dopo il provvedimento che punisce i 36 tifosi delle rondinelle scoppia il caso. Il vice questore, dalle colonne de "Il Giornale di Brescia", spiega la decisione, mentre la Curva accusa la Questura.

(red.) Serrato botta e risposta fra la Questura e gli Ultras. Dopo la Daspo comminata a 36 sostenitori della Curva Nord, pizzicati dalla polizia senza tessera del tifoso, gli ultras avevano reagito criticando il provvedimento, avvenuto, secondo loro preventivamente.
La risposta del vice questore Emanuele Ricifari è venuta dalle colonne de Il Giornale di Brescia di venerdì 25 ottobre. «Dire che si trattava di una scampagnata al mare – dice Ricifari – significa prendere in giro le istituzioni. L’intervento è stato fatto prima del loro arrivo allo stadio perché era evidente l’intenzione del gruppo, fermato due ore e mezza prima della gara, sulla strada che porta alla Spezia e in coincidenza di un treno che li avrebbe condotti fino allo stadio».
La contro-replica della Curva arriva poche ore dopo per mezzo di un comunicato stampa: «Si tratta di un processo alle intenzioni – dicono i tifosi – una delle motivazioni accampate per poterci diffidare è quella secondo cui ognuno di noi era: “a bordo di un pullman in cui venivano rinvenute numerose sciarpe del Brescia”, come se l’orgoglio verso la propria squadra di calcio fosse un reato». E in coda al comunicato, annunciano una prossima conferenza in cui verrà convocata la stampa.

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