Caffaro, i sindacati fanno pressing sul Governo

Dopo l'ipotizzato trasloco dell'azienda chimica a Udine e a Roma, le sigle sindacali hanno chiesto un incontro con il ministero dello Sviluppo Economico.

(red.) Dopo l’annunciato ed ipotizzato trasloco della Caffaro da Brescia a Torviscosa, in provincia di Udine e a Roma, una misura che si renderebbe necessaria, secondo quanto affermato dai vertici aziendali della Chimica Fedeli che ha rilevato l’impianto, a seguito dell’aumento dei costi energetici, ora i sindacati sono sul piede di guerra per tutelare i posti di lavoro di 60 addetti che, con il paventato trasferimento del sito industriale chimico, perderebbero il lavoro.
Ma a preoccupare c’è anche il nodo ambientale: Caffaro spa infatti garantisce il filtraggio dell’acqua della falda, che viene mantenuta bassa per evitare contaminazioni(ulteriori) da Pcb del terreno e dell’acquedotto.
Se Fedeli traslocasse si renderebbe necessario intervenire per garantire gli stessi standard di sicurezza con interventi che, essendo il sito Caffaro Brescia di interesse nazionale, passerebbero di competenza allo Stato.
Ed è proprio al ministero dello Sviluppo Economico che Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno annunciato di voler chiedere un incontro per sollecitare un intervento del Governo. Insieme con le sigle sindacali si è mossa anche Aib, che vuole fare chiarezza sui presunti risparmi economici di un eventuale spostamento della ditta da Brescia.
Proprio martedì 2 luglio, poi, si è svolta in Loggia una riunione cui hanno preso parte gli amministratori comunali ed i vertici dell’azienda per individuare le strategie migliori per risolvere i problemi connessi al sito e per valutare tutte le soluzioni atte a mantenere la Caffaro in via Milano, salvaguardando i posti di lavoro.

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