Brescia, “il Bigio” dove (non) lo metto?

Anpi e FIamme Verdi hanno presentato la petizione raccolta contro la ricollocazione della statua in Piaza Vittoria. Le firme verranno portate in Consiglio.

(red.) La ricollocazione della statua del “Bigio” in piazza Vittoria è stata oggetto di una seduta congiunta delle Commissioni Lavori Pubblici, Ecologia, Ambiente, Cimiteri e Patrimonio e Istruzione, Cultura e Sport e Politiche Giovanili al Comune di Brescia, cui hanno preso parte, giovedì pomeriggio, le Associazioni partigiane Anpi-Fivl Fiamme Verdi.
Il portavoce delle associazioni partigiane, Marco Fenaroli, primo firmatario della petizione popolare (che ha raccolto 1800 firme) contro la ricollocazione della statua “L’Era fascista” detta “del Bigio”, nonché candidato sindaco alle prossime amministrative in Loggia, ha illustrato le motivazioni con cui gli antifascisti si oppongono al ripristino del monumento.
“Si tratta di una statua brutta, di nessun valore artistico, il cui ricollocamento peggiorerebbe ulteriormente le qualità ed i significati di una piazza che, fin dal nome, era stata voluta a scopi propagandistici dal Regime fascista per celebrare in modo monumentale e strumentale la vittoria italiana nella prima guerra mondiale”.
“Per edificare questa piazza”, ha spiegato Fenaroli, “venne abbattuto, invece che risanato, un quartiere storico con la conseguenza che quello spazio ideologicamente calato nel cuore del tessuto urbano non svolse mai la funzione – per la quale era stato progettato – di centro e crocevia della città, né al momento della sua realizzazione, né tantomeno oggi, essendo falliti i disegni politici di un regime che tale intervento intendeva esaltare”.
“La ricollocazione di uno scadente elemento scultoreo si risolverebbe solo, oltre che in una spesa inutile e di cui non si sente il bisogno”, ha sottolineato il candidato sindaco di Al lavoro con Brescia, “del denaro che andrebbe viceversa usato per il soddisfacimento di più essenziali bisogni – in una riproposizione nostalgica e strumentale di una ideologia come quella fascista che la Brescia democratica – medaglia d’argento al valor militare per il suo contributo alla lotta di Liberazione e città della strage fascista di Piazza Loggia – rifiuta in nome dei principi della Costituzione della Repubblica italiana”.
Le associazioni hanno chiesto al Comune che la statua “non venga “rimessa in piedi” né in Piazza della  Vittoria, né in alcun altro luogo di Brescia”.
La petizione verrà inserita nell’ordine del giorno della riunione congiunta in programma martedì prossimo, 26 marzo e sarà  elaborata la relazione da sottoporre al primo Consiglio comunale in calendario.
Parte della discussione in Commissione si è anche incentrata sul nodo dei costi: per il restauro della statua (ancora in corso) ed il suo riposizionamento si parla di 460 mila euro, spese, come ha sottolineato il consigliere Pd Federico Manzoni,  “indicate in via informale dagli uffici”, mentre la prima delibera ufficiale fissava in 150mila euro la spesa complessiva.
ma per l’assessore Andrea Arcai (Cultura) le polemiche sono legate al “conformismo ideologico” di chi si oppone al “ Bigio”.

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