“Bersani con il M5S? Rinunci a fare il premier”

Questa la posizione espressa dal neosenatore bresciano Vito Crimi e che ricalca il pensiero di Paolo Flores D'Arcais sulla possibile "apertura" dei grillini al Pd.

(red.) Alleanza con il Partito Democratico, sì o no? Questo il dilemma che sta scuotendo i “grillini” dopo le Politiche del 24 e 25 febbraio che hanno decretato il trionfo del Movimento 5 Stelle, un successo inaspettato e forse sottovalutato dalle altre forze politiche.
E mentre il leader Beppe Grillo bolla il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani come uno “stalker politico, un morto che parla”, affermando che “non voteremo mai la fiducia al suo governo”, ottenendo una secca replica del numero uno dei democratici: “Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”, sul blog di Grillo i commenti contrari alla linea del leader del Movimento 5 stelle sono centinaia e spesso sono i più votati: in molti chiedono al comico-leader di non respingere l’offerta del Pd, anzi, di adottare il cosiddetto ‘Modello Sicilia’ per provare a cambiare le cose dall’interno.
Condivide “pienamente” il pensiero di Paolo Flores D’Arcais il neo senatore bresciano del M5S Vito Crimi, che, su Facebook ha postato il commento del giornalista: “…Certo, se Bersani pensa di poter formare il suo governo, e ottenere un via libera da Beppe Grillo, con “aperture” e altri rituali partitocratici, si illude di grosso. Bersani ha perso le elezioni, e se vuole essere realista davvero, almeno per una volta, deve inventarsi una soluzione di compromesso. Rinunciare a fare il premier, questo è l’abc, e creare il clima per cui lo stesso Grillo manifesti disponibilità o avanzi dei nomi, per un governo tecnico all’incontrario (rispetto all’esperienza Monti): personalità fuori dai partiti, di adamantino spessore etico e professionale, con alcuni punti qualificanti che sono anche nel programma M5S, dal salario di cittadinanza alle grandi misure ecologiche alla banda larga in sostituzione dei ponti sugli stretti… “.
Il neosenatore bresciano della Repubblica ha anche voluto ringraziare tutti i suoi sostenitori, sempre dalla pagine del social network, dopo il risultato elettorale. “Sono state giornate intensissime”, scrive Crimi, “dormito 3 ore a notte, al mattino continuo ad andare in ufficio, ricevuto la media di 80 sms all’ora, 300 messaggi facebook all’ora, una mail al minuto, una telefonata ogni 5 minuti…. non sono riuscito a ringraziare tutti, a rispondere a ciascuno di voi, lo faccio pubblicamente con un grandissimo grazie…”.
In attesa di vedere se l’apertura del Movimento 5 Stelle sarà  ‘programmatica’ ai grillini resta la linea del centrosinistra: “Chiederemo un voto in Parlamento su una piattaforma programmatica di quattro o cinque punti qualificanti”, ha ripetuto Enrico Letta, che fa muro attorno al segretario del Pd sottolineando che sarà lui il candidato premier di un eventuale governo di centrosinistra.
“Proporremo a tutto il parlamento”; ha  aggiunto Letta, “un programma su etica pubblica, riforma dei partiti e della legge elettorale, politiche economiche per i giovani, impegno a far sì che l’Europa non sia più solo quella dei tagli e dell’austerity ma si misuri con provvedimenti volti alla crescita”.
Bersani ha incassato poi la difesa del partito e ha incontrato Nichi Vendola per fare il punto sul nodo alleanze. Guardare al cambiamento espresso dal voto a Cinque Stelle e’ necessario, ribadisce il leader di Sel. “Mi auguro sinceramente che si riuscirà a dare una risposta forte al vento di cambiamento che soffia impetuoso nel Paese. Su questo convincimento ho registrato una condivisione totale con Bersani”, ha detto Vendola. “Non esistono soluzioni che rimandino al passato più cupo. Niente governissimo, spero che non sia questo l’auspicio di Grillo”.
All’ipotesi ‘governissimo’ guarda invece il Pdl, con Berlusconi che si dice pronto ad aderire ad un progetto di larghe intese con il Pd, ma senza Monti. Secondo Fabrizio Cicchitto “è necessario avere un approccio costruttivo, altrimenti il movimento di Grillo non farà che crescere, mettendo la nostra società e la nostra economia in pericolo”.
In serata, ancora Grillo, stavolta alla Bbc: “Non c’era speranza. C’era rabbia senza speranza. E’ la rabbia senza speranza che crea la violenza, ma quella che è accompagnata dalla speranza è una rabbia diversa, una rabbia ottimistica, non negativa”.

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