Torre Tintoretto, Pd: “Epilogo tragicomico”

“In quattro anni e mezzo”, ha detto Del Bono, “non è stata trovata una soluzione e non si sono conclusi gli approfondimenti". "L'Aler sicuramente non l'abbatterà".

(p.f.) Un epilogo tragicomico, quello della torre Tintoretto. Secondo il Pd, l’accordo tra Regione, Aler e Comune di Brescia, che stabilisce che la torre di San Polo potrà essere abbattuta o venduta e riqualificata, è l’emblema dell’incompetenza della giunta Paroli.
“Gli indirizzi dell’accordo sono tutto il contrario di quanto Paroli ha detto in questi quattro anni e mezzo”, ha sottolineato Emilio Del Bono, candidato sindaco per i democratici alle prossime amministrative bresciane. Nell’accordo si legge che, “in considerazione del fatto che l’intervento riguardante la torre Tintoretto non è cofinanziato da Regione Lombardia, si dà atto che la scelta di confermare la demolizione ovvero di optare per una sua riconversione funzionale rientra nella piena disponibilità della proprietà”.
“E la proprietà è l’Aler”, ha ricordato Del Bono, “che evidentemente non abbatterà mai la torre. In pratica, il Comune di Brescia ha speso ore di lavoro per studiare un abbattimento che non si farà mai. Se fosse accaduto in un’azienda privata, il direttore sarebbe stato licenziato in tronco”. Altro danno che tutta la vicenda ha portato è stata la perdita di un considerevole numero di alloggi per l’emergenza abitativa. “Viviamo in una città”, ha aggiunto Del Bono, “che registra un boom di sfratti esecutivo per morosità incolpevole. Le persone che abitavano nella Tintoretto sono state trasferite in altre abitazioni Erp, andando così a rallentare ulteriormente la graduatoria. E’ una Caporetto. Abbiamo una gestione del Comune simile a quella di un ubriaco che guida un’auto, che ha disorientato tutti”.
Ora resta il fatto che la torre è quasi vuota e non c’è un progetto imminente. La ciliegina sulla torta della ‘telenovela’, secondo il Pd, è il punto 1 dell’accordo sottoscritto con la Regione, dove si mette nero su bianco che il Comune si impegna a completare gli approfondimenti ritenuti opportuni sulla Tintoretto nel tempo necessario per formulare a Regione Lombardia un definitiva proposta di merito, comunque non oltre  settembre 2013. “In quattro anni e mezzo”, ha concluso Del Bono, “non solo non è stata trovata una soluzione, ma non si sono neanche conclusi gli approfondimenti. E poi, perché la data di settembre 2013? Si demanda, cioè, a chi verrà, il compito di risolvere la questione”. Il Pd, da parte sua, promette di puntare, in caso di vittoria, sull’housing sociale. I dati dell’ultimo bando per l’assegnazione di alloggi Erp, che si chiuderà a fine febbraio, del resto, non sono confortanti.
“Sono arrivate 2280 domande”, ha spiegato il consigliere Fabio Capra, “di queste, solo 214. Per 115 di questi 214, le pratiche assegnative si sono concluse, ma solo 67 hanno le chiavi in mano. Per i restanti 99 nuclei famigliari le pratiche si concluderanno entro il mese, con previsioni favorevoli per non pi di 50”. Altro dato significativo, nei primi 500 in graduatoria, il 60% sono famiglie italiane. “La giunta che si è contraddistina per l’attenzione agli italiani, lascia centianaia di famiglie bresciane senza casa. Senza dimenticare poi”, ha ricordato Capra, “che il Comune, storicamente, aveva sempre un certo numero di alloggi di sua proprietà da utilizzare in caso di emergenza. Ora, non ci sono più perché sono state occupate dalle persone obbligate a lasciare la Tintoretto”.
Il Pd ora attende che sia convocata una commissione congiunta lavori pubblici e servizi sociali, promessa a inizio gennaio, ma ancora non ancora calendarizzata. “Niente commissioni, non si riunisce più il consiglio comunale”, ha sottolineato Valter Muchetti, “il bilancio preventivo non è stato presentato, e intanto gli sfratti aumentano. I residenti della Tintoretto dovevano essere ricollocati in 30 quartieri e invece sono finiti in via Milano, Sanpolino e San Faustino. Sull’abbatimento della torre, poi, sono state snocciolate cifre sempre diverse, dagli iniziali 900mila euro agli ultimi 3milioni: siamo davanti al fallimento di una giunta che non ha saputo dare risposte ai problemi concreti delle famiglie”. “Siamo preoccupati della crisi”, ha concluso Giorgio De Martin, “ma invece di proporre soluzioni, dalla giunta Paroli arrivano solo risposte confuse, che creano disorientamento”.

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