Livelli del Benaco: si va verso una nuova norma

Previsto un modello capace di soddisfare le esigenze dell’agricoltura, del turismo e della navigazione. Le regolazioni a seconda delle quote idrometriche.

(red.) Finalmente, dopo cinquant’anni si profila all’orizzonte un aggiornamento delle disposizioni sulla regolazione dei livelli e dei rilasci del lago di Garda. Infatti, la norma attualmente in vigore, stabilita dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e risalente al lontano 1965, è ormai superata, perché troppo rigida per la regolamentazione delle portate e troppo permissiva per la regolamentazione dei livelli.
Quello a cui si va incontro, è un nuovo modello di gestione predisposto dall’ Agenzia interregionale per il fiume Po in collaborazione con la Comunità del Garda, già approvato dalla Regione Veneto e in agenda del Consiglio Regionale lombardo che sarà designato dalle prossime elezioni.
Secondo nota tecnica diramata  dall’Aipo, il nuovo progetto consentirebbe di minimizzare gli sprechi di acqua invernali con l’obiettivo di mantenere il più possibile costante il livello del lago di Garda. Nella proposta sono previsti minori livelli massimi del lago per prevenire rischi di allagamenti o danni da moto ondoso nei paesi rivieraschi, e maggiori livelli minimi per scongiurare problemi alla navigazione dei traghetti, evitare l’emersione di condutture fognarie e permettere una migliore gestione degli habitat naturali del bacino bresciano.
Le novità inserite nel programma andrebbero anche a vantaggio delle spiagge, che non sarebbero più sommerse o soggette all’emersione di alghe. Per quanto riguarda le coltivazioni agricole, questa ultime saranno soddisfatte con una migliore distribuzione delle portate d’acqua rilasciate dal sostegno a Ponti sul Mincio, più concentrata nel periodo irriguo e meno dilazionata nel resto dell’anno.
Nello specifico è stato proposto un aumento della portata in aprile, mese in cui le colture praticate iniziano a necessitare di una quantità superiore di acqua. A ciò si aggiunge la chiusura anticipata della stagione irrigua, prevista per inizio settembre. Prevista anche una diminuzione della portata nei mesi invernali.
La proposta avanzata dall’Aipo vorrebbe una “gestione normale” quando i livelli sono ritenuti accettabili, ovvero superiori a 28 cm e inferiori a 117 cm. Superati questi livelli scatterebbe la “gestione di attenzione”. La terza modalità, definita “di emergenza” dovrebbe subentrare qualora il lago dovesse scendere oltre i 20 cm oppure salire oltre i 125 cm sullo zero idrometrico. Nel caso di superamento di tale quota scatterebbe il deflusso massimo (160 mq al secondo), mentre quando il Garda dovesse andare sotto i 20 cm, il deflusso si attesterebbe alla minima portata erogabile pari a 14 mq al secondo.

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