I sindacati: “Cosa vuole fare la politica?”

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Sanls Confsal e Gilda-Unams hanno invitato i candidati bresciani a Camera e Senato ad un confronto aperto sulla formazione.

(p.f.) I sindacati della scuola bussano alla porta della politica per riaccendere l’attenzione sul tema istruzione. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Sanls Confsal e Gilda-Unams hanno invitato i candidati bresciani a Camera e Senato ad un confronto aperto sulla formazione, previsto per mercoledì 13 febbraio alle 20,30 presso l’auditorium Primo Levi del liceo Leonardo di Brescia, in via Balestrieri.
“In questo periodo di campagna elettorale”, ha spiegato Luisa Treccani, segretario generale di Cisl Scuola, “abbiamo voluto chiedere ai candidati bresciani cosa vogliono fare sulle questioni relative alla scuola e quali sono e priorità date dai partiti. Sarà poi nostro impegno fra qualche tempo andare a confrontare cosa è stato realmente fatto con quanto dichiarato in campagna elettorale”. Per i sindacati, tra le priorità c’è il rinnovo del contratto per chi opera nella scuola, fermo al biennio 2008-2009, andando a rivedere non solo lo stipendio, ma anche la premialità e il tema della formazione costante, che oggi è un diritto-dovere non retribuito. C’è poi la poi partita degli organici e del precariato: anche a Brescia, esistono infatti collegi docenti che sono per metà composti da precari.
“Nei mesi scorsi”, ha ricordato Pierpaolo Begni, segretario generale Flc Cgil, “abbiamo lottato contro l’aumento delle ore di lavoro da 18 a 24 ore per docenti di primo e secondo grado. Una decisione cassata in commissione bilancio, ma le risorse per coprire il mancato aumento, ovvero 150milioni di euro, sono state recuperate sempre dal mondo dell’istruzione, togliendoli ad esempio alla ricerca. Ciò che ci ha spinto a continuare quella lotta è il fatto che nessuno parli di istruzione in questa campagna elettorale”. Eppure, anche a Brescia, le scuole hanno sempre meno strumentazioni, molti edifici sono fatiscenti; per acquistare le Lim i dirigenti fanno i salti mortali, mentre i docenti lavorano spesso per volontariato, perché non ricevono un compenso per tutto il lavoro che esula dalle ore di lezione. “Si è tolto anche molto potere”, ha continuato Begni, “alla contrattazione sindacale nelle scuole. E poi vorremmo capire se anche il comparto conoscenza sia sulla strada della privatizzazione”. A Brescia, il movimento di Sos Scuola ha inoltre sollevato il tema della riduzione dei fondi dei diritto allo studio, accusando tra l’altro i sindacati di non far nulla.
“Noi avevamo dato la nostra disponibilità a supportare il coordinamento”, ha spiegato Treccani, “mettendo a disposizione anche una consulenza tecnica. Non siamo però più stati contattati né abbiamo ricevuto una risposta sul desiderio che ci fosse la nostra presenza”. “Non dimentichiamo”, ha aggiunto Begni, “che noi rappresentiamo i lavoratori e le lavoratrici della scuola, non gli studenti né i genitori, per cui forse il nostro lavoro deve andare su altre linee. Dopo di che, c’è da dire che qualche anno fa avevamo tentato di fare un coordinamento degli insegnanti, che affiancasse quello dei genitori, ma non è mai decollato, perché avevano aderito in pochissimi”.

 

 

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