La Tintoretto? Si può vendere o riqualificare

Aler e Loggia hanno sottoscritto un atto con cui il Pirellone concede anche l'opzione di vendita e riqualificazione della torre. Dopo toccherà alla Cimabue.

(p.f.) Se la torre Tintoretto sarà abbattuta o riqualificata ora lo deciderà il mercato. Concluse le operazioni di riqualificazione sociale, con il trasferimento di 188 famiglie su 195 dalla Torre di San Polo in altre abitazioni della città, la Loggia sembra ora aver risolto anche il problema urbanistico.
Regione Lombardia ha infatti acconsentito a lasciare aperte le possibilità sulla Torre, oggetto del contratto di quartiere siglato nel 2008, che originariamente doveva essere abbattuta, con un costo di 4milioni di euro. “Conclusa una prima fase”, ha spiegato il presidente di Aler Brescia Ettore Isacchini, “se ne apre una nuova, che potrà aiutarci a dare risposte più concrete alle esigenze della  città. Questo della Regione è un chiarimento fondamentale”.
Nella mattinata di martedì 5 febbraio, Isacchini, il sindaco di Brescia Adriano Paroli e l’assessore regionale alla casa Nazzareno Giovannelli hanno sottoscritto un atto con cui il Pirellone concede anche l’opzione di vendita e riqualificazione. Entro settembre 2013, il Comune dovrà formulare la proposta definitiva, ma già nelle prossime settimane Loggia e Aler discuteranno per attivare un bando pubblico.
I privati potranno presentare progetti di abbattimento o di riconversione funzionale della Torre. Dunque, l’opzione riqualifica-abbattimento la lasciamo ai privati, senza porre limiti alle proposte, se non quelli della riqualificazione del quartiere e quelli posti dal Pgt”.
L’intenzione di Comune e Aler è di inserire la possibilità di permute, per dare anche una risposta ad un momento di difficoltà dell’edilizia gravata dall’invenduto; gli immobili ottenuti in permuta, sarebbero poi destinati all’edilizia popolare. Dopo la Tintoretto, toccherà alla Cimabue. “A prescindere da un prossimo contratto di quartiere o di finanziamenti di un certo tipo”, ha annunciato Paroli, “oggi siamo pronti ad affrontare lo svuotamento della Torre Cimabue in autonomia: potremo così riqualificare e ricollocare altri 195 residenti e dare la possibilità di una riqualificazione complessiva del sedime delle due torri”.

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