Lista Civica Monti: tutti gli uomini del professore

Gregorio Gitti, testa della lista bresciana, traccia le linee del gruppo. "Lavoro giovanile, tutela della famiglia, infrastrutture e riorganizzazione poteri dello Stato".

Più informazioni su

(red.) Cambiare i fondamentali della politica, per renderla buona politica e restituirla al servizio della società e delle istituzioni. Questo è il messaggio che Gregorio Gitti, testa della lista bresciana (alle spalle di Alberto Bombassei) di Scelta Civica con Monti per l’Italia, ha lanciato alla presentazione della lista. Ad affiancarlo ci sono una ventina di candidati, tra i quali i bresciani Mario Sberna (4°), Barbara Tosoni, Gabriele Rivadossi e Francesco Ferretti.
Gitti ha indicato quattro priorità programmatiche: creare reali opportunità di lavoro per i giovani; mettere mano ad una rete di infrastrutture che consentano alla Lombardia e al Nord Italia di colmare il gap rispetto all’Europa, concentrandosi sull’asse longitudinale che va da Torino a Venezia; sostenere fiscalmente la famiglia nella sua responsabilità di cresce ed educare i figli; riorganizzare radicalmente le competenze e i poteri dello Stato per incidere sulla voragine della spesa pubblica e l’efficienza dell’azione di governo ai vari livelli.
Oltre a Gitti e Sberna, sono intervenuti anche Milena Santerini sui temi della scuola, Gianmarco Gabrieli sulle conseguenze del disimpegno della società civile e il dilagare del professionismo in politica, Luca De Vecchi sulle attese dei giovani.
In definitiva, per Gitti, la legge elettorale è uno snodo decisivo per la crescita del Paese, dicendosi, in chiave di riforma complessiva, favorevole al doppio turno alla francese. Secondo Gitti, oggi il problema non risiede tanto nella mancanza della preferenza organizzata, quanto nel super premio di maggioranza, in un periodo di grande frammentazione politica com’è quello attuale.
Gitti, infine, si ribella alla definizione di Monti come “principe delle tasse”, affermando che l’Imu è stata inventata da Lega e Berlusconi che hanno portato il Paese a rischio bancarotta. Inolte, chiosa il Gitti, Maroni in Lombardia si gioca tutto, a partire dalla presidenza alla regione, da qui le infondate accuse a Monti.

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.