Rimborsi facili, indagati 40 consiglieri regionali

Tutti della maggioranza al governo. Tra loro anche Renzo Bossi, eletto a Brescia con una pioggia di preferenze. Formigoni ai giornalisti: "Qui Batman non c'è".

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    (red.) Videogiochi, pranzi costosi, liquori, sigarette, tagli di carne e pesino cartucce da caccia. Tutti articoli che quasi tutti i consiglieri della maggioranza della giunta uscente della Regione Lombardia guidata dal governatore Roberto Formigoni si facevano rimborsare. E non faceva eccezione Renzo Bossi, eletto a Brescia con una pioggia di preferenze.
    L’inchiesta è partita il 10 ottobre scorso ed è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo che ha mandato la Finanza al Pirellone ad acquisire i conti 2008-2010 relativi ai rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega. Ciò che è stato scoperto lascia intuire un quadro di sprechi da capogiro. Qualche esempio? A carico di Nicole Minetti ci sono consumazioni da circa 800 euro all’hotel Principe di Savoia, oltre a un iPad da 750 euro e il libro “Mignottocrazia” di Paolo Guzzanti (16 euro). Tutti soldi extra, aggiunti allo stipendio da 9 mila euro che spetta a ogni consigliere per pagarsi le spese quotidiane.
    La procura adesso avanza l’ipotesi di peculato per i 40 consiglieri della maggioranza. Un’ipotesi che il governatore Roberto Formigoni rimanda al mittente visto che rispondendo ai giornalisti s’è detto sicuro che “Batman non c’è in Lombardia” con un chiaro riferimento alla vicenda dell’ex capogruppo del Pdl in regione Lazio, Franco Fiorito.
    I finanzieri stanno acquisendo i documenti relativi alle spese di altri gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel per accertare eventuali comportamenti illeciti.

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