“Diritti per tutti? Nessuna mediazione nello sfratto”

Sulla querelle per lo sfratto esecutivo ad una famiglia immigrata morosa è intervenuto, con una nota, il legale della proprietaria dell'appartamento.

(red.) Hanno suscitato un vivace dibattito i due articoli pubblicati mercoledì su quiBrescia.it che riportavano la storia di uno sfratto esecutivo a Borgosatollo che vede coinvolti un inquilino (immigrato) moroso che non pagava da tempo il canone di affitto ad una signora di 71 anni, con un figlio invalido civile.
La notizia è stata portata alla luce dalla segreteria di Forza Nuova e sulla vicenda è intervenuta anche l’Associazione Diritti per tutti che si è difesa dall’accusa  di aver messo in difficoltà la proprietaria (italiana) con figlio disabile per garantire una casa a una famiglia di stranieri morosa.
Sul caso è intervenuto, con una nota, l’avvocato Alan Sandonà, che rappresenta Pierina Pola,  la signora affittuaria, la quale, attraverso il legale, ha voluto puntualizzare quanto avvenuto.
Pubblichiamo integralmente il documento pervenutoci.

“Sulle vs testate on line, nel pomeriggio di ieri (7/11), con riguardo ad una procedura esecutiva per rilascio d’immobile condotta in Borgosatollo, è stata pubblicata e/o comunque s’è fatto riferimento ad una nota dell’associazione Diritti per tutti secondo la quale quest’ultima, con il proprio intervento di mediazione, avrebbe tutelato anche gli interessi della proprietà e, per ciò, ne avrebbe ricevuto i ringraziamenti e/o riconoscimenti.
La proprietaria dell’immobile smentisce con fermezza tali affermazioni ed intende chiarire quanto appresso.
L’intervento della predetta associazione, ben lungi dal tutelare gli interessi della mia mandante, come pure dal potersi considerare di “mediazione”, ha avuto l’esplicito ed esclusivo scopo di far ottenere al conduttore – peraltro anch’egli attivista di “diritti per tutti” – un’ulteriore proroga per il rilascio dell’appartamento che da tempo occupa sine titulo.
A tale proroga, peraltro, la proprietaria settantenne ha acconsentito al mero fine di scongiurare i possibili disordini a cui avrebbe potuto dar la stura un suo – pur legittimo – rifiuto; e, dunque, nella consapevolezza di dover patire, a causa del blitz dei predetti attivisti, l’ennesima mortificazione del suo diritto a tornare in possesso di un immobile che avrebbe dovuto esserle riconsegnato già dal 4 giugno 2012; e ciò in forza di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Brescia all’esito di un giudizio svolto nell’effettivo contraddittorio delle parti e nel corso del quale, peraltro, il conduttore aveva già chiesto ed ottenuto un termine di quattro mesi per sanare una morosità risalente all’ottobre 2011.
Infine, consta non corrispondere a verità l’affermazione dell’associazione che il conduttore avrebbe da poco ripreso il lavoro, posto che egli, dipendente a tempo indeterminato presso importante azienda bresciana, non lo ha mai perduto; fatto, quest’ultimo che esclude in nuce l’esistenza di un incolpevole stato di bisogno, connota quale colposa l’ingente e persistente morosità, e, infine, tinge di sostanziale ingiustizia l’operato dell’associazione Diritti per tutti che, nei fatti, impedisce l’esecuzione dei provvedimenti giudiziali e dunque l’attuazione dell’ordinamento giuridico”.

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