Anti-Parkinson, c’è anche l’ateneo bresciano

Scoperta la proteina-sentinella che difende dal morbo. C'è anche la facoltà di via Branze nel gruppo di ricerca internazionale. Nuove speranze per migliaia di malati.

(red.) C’è anche la firma dell’Università di Brescia nella scoperta che riapre le speranze nella cura del morbo di Parkinson.
E’ stata scoperta, infatti, la proteina-sentinella del cervello che difende dal morbo. L’ha individuata nei topi una ricerca guidata dai ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze (Inn) e pubblicata sulla rivista inglese Brain. La proteina riesce a prevenire l’insorgenza della malattia che colpisce solo in Italia circa 10.000 persone ogni anno e potrebbe diventare il bersaglio di future terapie.
La ‘sentinella’ si chiama c-Rel e ha il compito di proteggere i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule cerebrali dai danni che i radicali liberi arrecano alle strutture della cellula; quando la proteina c-Rel non funziona o cessa di essere prodotta, compaiono con l’invecchiamento, generalmente nell’uomo dopo i 60 anni, tutti i principali sintomi della malattia come la difficolta’ al mantenimento della postura, ridotta produzione di dopamina cerebrale, rallentamento, rigidita’ e compromissione della coordinazione motoria.
Il gruppo di ricerca internazionale autore della scoperta è stato coordinato Marina Pizzi e PierFranco Spano, entrambi dell’Inn, e ha visto la partecipazione delle Universita’ di Brescia, Verona, Cagliari, Cambridge e Cornell di New York.

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