Pd: “Con Paroli, 65 posti in meno nelle Rsa”

Con la vendita della Rsa Arvedi di Via Mantova, Brescia perderà un patrimonio per i suoi anziani. Secondo Del Bono, "la giunta ha fallito nella capacità di programmazione"

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(p.f.) Meno posti letto per gli anziani non autosufficienti.  L’allarme arriva dal Pd, che, calcolatrice alla mano, conta quanti posti si perderanno con la vendita della Rsa Arvedi di via Mantova.
“Dopo aver tagliato i servizi sociali, passando da 54,6 milioni del 2008 a 40,4 milioni del 2012″, ha spiegato Fabio Capra, presidente della commissione bilancio, “la giunta Paroli si appresta a fare un ulteriore taglio, quello dei posti letto in Rsa”.  In vendita c’è infatti già la residenza di via Mantova, valore 7,5milioni di euro, che oggi ospita 95 anziani non autosufficienti. La polemica arriva da lontano. Era stata la giunta Corsini, infatti, a programmare, finanziare (12milioni) e appaltare il progetto della Rsa Arici Sega di San Polo, 120 posti letto, che però, non è ancora pronta (i lavori dovrebbero finire nel 2013).
Posti che si dovevano aggiungere ai 62 di Villa Elisa e ai 21 di villa De Asmundis, tutti gestiti dalla Fondazione Brescia Solidale, istituita nel 2006. Nella nuova struttura di San Polo dovevano essere trasferiti 47 anziani della parte vecchia del complesso Arvedi, mentre la parte nuova, adeguata con una spesa di 1.3milioni di euro ai requisiti regionali, doveva proseguire la sua attività con 48 ospiti.
“A conclusione dell’operazione della giunta Corsini, la Fondazione avrebbe avuto un incremento di 73 posti letto di Rsa”.  Nell’estate 2011, però, la giunta Paroli ha comunicato a Fondazione Brescia Solidale che intendeva modificare la destinazione d’uso di tutto il complesso di via Mantova, affidandolo alla Fondazione Bresciana di Iniziative Sociali (FoBIS), che avrebbe provveduto a ristrutturare l’edificio vecchio per realizzare servizi di residenzialità leggera e a riconvertire l’edificio nuovo in una residenza per disabili, con posti letto trasferiti dalla Fondazione Sospiro di Cremona.
In sostanza, dunque, tutti i 95 anziani oggi ricoverati in via Mantova saranno trasferiti nella nuova Rsa Arici Sega di San Polo (-48 posti letto). A San Polo saranno trasferiti anche i 21 ospiti di Villa De Asmundis di Rivoltella, che solo lo scorso anno è stata sistemata e arredata con una spesa di 1,4milioni di euro. A conclusione di tutte queste operazioni, la Fondazione e la città perderanno 65 posti letto.
 “Questo modo di operare della Giunta Paroli”, ha aggiunto Capra, “ha mortificato il ruolo di Fondazione Brescia Solidale, nonostante dopo le iniziali difficoltà abbia dimostrato virtuosità e qualità dei servizi”. La Fondazione ha infatti ridotto le tariffe delle Rsa da oltre 72 euro al giorno del 2008 ai 69 del 2009 ai 63 del 2011 fino ai 60 del 2012. Non molto lontano, dunque, dai 56 euro al giorno della Casa di Dio e di Casa d’Industria (57,75 euro).
Ma oltre al disinteresse verso la Fondazione, forse perché voluta dalla vecchia giunta, c’è anche una miopia politica. E’ vero che oggi la pressione per nuovi posti letto per anziani è diminuita, ma solo perché le famiglie, non potendo sostenere i costi delle rette, si occupano da sé dei loro cari. Ma guardando ottimisticamente al futuro, a quando la crisi sarà passata, e visto il progressivo invecchiamento della popolazione, è facile capire che i posti letto serviranno. Già oggi il Comune ha dovuto fare convenzioni con Rsa della Provincia”. Ma questa, secondo Capra, è una giunta da cui ci si può aspettare di tutto.
Dalla capacità di vendere una casa di riposo con 95 posti letto per 7,5milioni all’acquisto di un’azienda che fabbrica cassonetti per i rifiuti spendendo 15 milioni, per non parlare della testardaggine di spendere 3,5milioni per abbattere la Tintoretto”. Finché potrà, promette Capra, si opporrà in ogni modo alla vendita della Rsa.
“Sotto il profilo politico”, ha concluso Emilio Del Bono, “questa amministrazione ha mancato la capacità di programmazione. Sono partiti con obiettivi sconnessi dalla realtà e concludono l’esperienza con il fallimento dei loro obiettivi e con l’incapacità di gestire la coesione sociale. Hanno perso di vista le vere priorità della città”.

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