I sinti: “Accordo firmato per paura”

Dopo il documento sottoscritto con il comune i nomadi di via Orzinuovi hanno spiegato di aver accettato perchè temevano lo sgombero coatto.

Più informazioni su

(p.f.) Soluzione definitiva, secondo il vicesindaco Fabio Rolfi. Situazione temporanea, secondo il segretario della Cgil Damiano Galletti. Fatto sta, che, comunque, sul campo sinti di via Orzinuovi, a Brescia, è stato raggiunto l’accordo: sarà chiuso, ma non ci sarà nessuno sgombero coatto.
Lunedì 2 luglio, in Prefettura, è stato infatti firmato l’accordo che prevede che “tutte le famiglie sinti del campo di via Orzinuovi si impegnano ad accettare le soluzioni alloggiative alternative che perverranno dal comune, il quale si riserva di individuare abitazioni, anche sul mercato privato, da destinare, a seconda della composizione dei nuclei famigliari, a famiglie sinti o rom”.
Un percorso graduale, che prevede che le casette del Centro di Emergenza Abitativa di via Borgo Satollo saranno man mano liberate e destinate alle famiglie Sinti. Due nuclei famigliari si trasferiranno già dal 6 luglio. Altri due, che presentano condizioni di fragilità socio-sanitaria, presenteranno richiesta all’Aler. Il Comune si impegna inoltre a trovare sul mercato 10 appartamenti da destinare alle famiglie sinti o rom di via Borgosatollo. Il canone sarà agevolato: 170 euro a carico degli inquilini, il resto lo metterà la Loggia. In attesa della definizione delle soluzioni alloggiative, le famiglie Sinti potranno sostare nel campo di via Orzinuovi alle condizioni attuali.
“Finalmente si è arrivati ad una soluzione accettabile”, ha commentato Galletti, “anche grazie al ruolo di garanzia avuto dal prefetto di Brescia. Sono state evitate soluzioni di forza: questo accordo non dà certezze ma è una risposta di mediazione a una situazione complicata, che di sicuro le minacce e gli ultimatum fatti propri da alcuni settori della giunta non hanno aiutato a risolvere”.  Una soluzione, appunto, non definitiva. Il regolamento del Campo di via Borgosatollo prevede che una famiglia ci resti al massimo per due anni. E se, come è prevedibile, nei 10 appartamenti a canone agevolato ci andranno i rom, lasciando le casette di via Borgosatollo ai sinti, cosa succederà fra due anni? Se lo chiedono le famiglie, che  ammettono di aver firmato l’accordo per paura.
“Avevamo paura dello sgombero forzato”, ha ammesso Gordon Quirini, uno dei portavoce, “abbiamo pensato soprattutto a tutelare i nostri figli”. Dei 76 residenti di via Orzinuovi, 35 sono minori, quasi tutti in età scolastica. Per loro a settembre si presenta l’incognita della scuola. Qualche famiglia ha già iscritto i bambini negli istituti di Chiesanuova o Primo Maggio, altri aspettano di vedere dove andranno. “Ma poi ci sarà il problema del trasporto”, ha aggiunto Galletti, “da gennaio è stato tagliato il bus che portava i bambini dal campo a scuola”.
“Finché stiamo tutti insieme, ci aiutiamo”, ha spiegato una delle mamme, Ambra, “ma quando saremo separati, dispersi chissà dove, non potremo più sostenerci. Questo ci dispiace molto, non fa parte della nostra cultura.  Abbiamo dovuto firmare, per paura, ma contro la nostra volontà”. Il sogno, ammettono al campo, sarebbe stato di alloggiare nel villaggio prefabbricato, alle spalle delle roulotte, fatto costruire dalla precedente amministrazione tramite fondi regionali (un milione 270mila euro). Delle 15 casette, solo 6 sono occupate. “Avremmo voluto andare lì”, ha concluso Gordon, “quella sarebbe stata la soluzione migliore”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.