“Tassa di soggiorno a Brescia? Scelta miope”

Asshotel Confesercenti in una nota ha criticato l'introduzione di possibili balzelli sul turismo: "Grande preoccupazione degli albergatori. Scelta non discussa con la categoria".

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(red.) “Sarebbe una scelta miope e non discussa con le associazioni di categoria”. E’ quanto afferma Marco Polettini, presidente di Asshotel Confesercenti provinciale di Brescia, dopo aver appreso dalla stampa dell’intenzione da parte di Palazzo Loggia di introdurre dal 2012 l’Imposta di soggiornoAbbiamo più volte espresso a tutti i livelli la nostra contrarietà all’introduzione di questo balzello”, continua Stefano Boni, coordinatore di Asshotel Confesercenti, “e ci dispiace profondamente che l’amministrazione comunale di Brescia stia percorrendo questa strada, peraltro senza confrontarsi con le associazioni di categoria. Se in passato abbiamo espresso il nostro apprezzamento per le iniziative a favore del turismo (riconoscimento Unesco, grandi mostre, Infopoint, ecc.) oggi non possiamo che guardare con grande preoccupazione alla proposta di introduzione di questo antico balzello”.
“Abbiamo assistito”, ha aggiunto Polettini, “negli ultimi anni sì ad una crescita degli arrivi nella città di Brescia, ma soprattutto a una contrazione della permanenza media, passata dai 3,3 giorni del 2002 ai 2,5 del 2010 (- 24.6%) con un conseguente decremento delle presenze turistiche calate nel solo 2010 rispetto al 2009 del 12,6%. Se aggiungiamo poi una crescita dell’offerta di posti letto del 30,5% nel periodo 2002 – 2010 ben comprendiamo la situazione di affanno in cui versano le imprese turistiche del capoluogo, con un indice di occupazione dei posti letto del 30%. Il rischio reale è di vanificare quanto di buono è stato costruito negli anni (incremento arrivi) per proporre un prodotto turistico in grado di intercettare nuovi mercati e, nel contempo, annullare gli sforzi di contenimento dei prezzi da parte degli albergatori”.
L’associazione vorrebbe che gli amministratori di Brescia traessero spunto da alcune località turistiche importanti del Garda Bresciano (Limone, Sirmione, Desenzano e Salò), che hanno scelto di non applicare l’imposta di soggiorno, nell’intento di valorizzare un settore, il turismo, divenuto ormai strategico per l’intera economia provinciale. Se l’imposta fosse applicata si tratterebbe di un’occasione persa”, continua Boni, “per qualificare il comune di Brescia come zona Tax Free, e attrarre nuovi flussi turistici”. Ci sono poi altre criticità secondo gli albergatori: i contratti con i tour operator per il 2012 sono già stati sottoscritti. L’introduzione dell’imposta di soggiorno porrebbe a totale carico agli albergatori i maggiori costi connessi; la gestione amministrativa dell’incasso porrebbe in capo all’albergatore una serie di adempimenti burocratici, con aggravio di costi per il personale e perdite di tempo; verrebbe rafforzato il ruolo di sostituto d’imposta in capo all’albergatore con oneri e potenziali sanzioni; mancano garanzie sull’entità e sulla effettiva destinazione del gettito, che secondo la normativa dovrebbe essere vincolato ad iniziative rivolte al turismo, ma che in realtà pare destinato a ben altre funzioni.
Secondo Asshotel è quindi reale il rischio che i turisti scelgano di soggiornare nelle strutture ricettive collocate nell’hinterland del capoluogo dove non è possibile l’introduzione dell’imposta di soggiorno. “Ben altri sono i provvedimenti che ci aspetteremmo dagli amministratori di una città che ha deciso di puntare sul turismo culturale, artistico, oltre che ovviamente su quello d’affari. Abbiamo bisogno di interventi di valorizzazione del turismo, non di misure che ne deprimano le potenzialità”. 

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