Monari: “Don Villa, persa la misura”

Il vescovo di Brescia critica duramente il sacerdote che "infanga" la Chiesa, Paolo VI e il Vaticano II con la sua attività editoriale. La Diocesi "non vuole avere nulla a che fare con queste falsità".

(red.)  E’ dura la presa di posizione del vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari sull’attività editoriale di  “Chiesa viva” diretta da don Luigi Villa (www.chiesaviva.com), sacerdote residente nella diocesi di Brescia e che da anni diffonde “falsità sulle figure di pontefici come Paolo VI e Giovanni Paolo II”.
Don Villa, che si è autonominato “grande inquisitore” e nei suoi scritti attacca anche il Vaticano II e altri ecclesiastici.
Sulle pagine del settimanale diocesano di Brescia , “Lavoce del popolo”, monsignor Monari è intervenuto con una lettera aperta nella quale stigmatizza il comportamento del sacerdote.
“Ho già dichiarato”, scrive Monari, “che la diocesi di Brescia non ha e non vuole avere nulla a che fare con le immondezze e le falsità che vengono scritte. Don Villa si è autonominato grande inquisitore, difensore della fede contro il Concilio Vaticano II che, secondo lui, è eretico e costituisce il vero pericolo della fede oggi; contro Paolo VI che ha deformato la Chiesa (Gesù Cristo deve essersi dimenticato della promessa di indefettibilità che aveva fatto); contro Giovanni Paolo II che si è mosso sulla stessa linea; contro innumerevoli ecclesiastici che sarebbero in realtà massoni, quinta colonna infiltrata nella Chiesa per distruggerla dall’interno e così via”.
“È difficile comprendere un tale livore”, aggiunge il vescovo di Brescia. “Don Villa penserà forse di essere mosso da zelo apostolico, di essere un nuovo Finees che trafigge gli empi nell’atto stesso della loro idolatria. La realtà è purtroppo diversa. Scriveva San Giacomo: “Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni specie di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”.
“Don Villa pensa che la fedeltà consista nel ripetere le medesime parole sempre uguali”, aggiunge il vescovo Monari. “Il che sarebbe vero se il mondo fosse fermo e statico e ogni parola avesse sempre nel tempo il medesimo significato. Ma il tempo passa, le lingue cambiano, cambiano anche gli usi delle parole e bisogna essere attenti (e intelligenti) per imparare a esprimere il medesimo atto di intelligenza con le parole corrette in un nuovo contesto di vita. Questa situazione può piacere o no ma è di fatto quella in cui viviamo; e, tra parentesi, è quella in cui il Signore ci ha messo a vivere”.
“Lo sforzo che il Concilio ha iniziato”, spiega il vescovo di Brescia, “è proprio quello di annunciare il Vangelo oggi; il medesimo Vangelo di sempre (non ce ne sono due o tanti), ma in modo che l’uomo che vive oggi e pensa oggi e parla oggi possa capirlo”.
“Paolo VI è stato non solo un grande Papa, ma un grande credente”, continua il vescovo. “Basterebbe leggere la sua professione di fede e il suo testamento spirituale per capire di che pasta era fatto. Così come basta leggere i testi di don Villa per capire di che pasta è fatto”.
“Paolo VI”, prosegue la lettera di Monari, “è stato un autentico cristiano che ha conosciuto alcuni (pochi) momenti di successo senza lasciarsi esaltare; che, senza lasciarsi avvilire, ha portato la croce (pesante) subendo accuse, critiche, scherni. E da parte di persone che non valevano il suo dito mignolo. Il mondo contemporaneo è così: offre a tutti, intelligenti o stupidi, onesti o malvagi, sinceri o menzogneri, la possibilità di mettere in pubblico le proprie idee (o il proprio vuoto di idee); e offre a tutti, quali che siano le loro idee, un momento di notorietà. Non perché le idee siano intelligenti, ma perché sono strane. Per di più sembra diffondersi il gusto di infangare ogni cosa bella; probabilmente perché, notava Manzoni, quando si accusano gli altri ci si illude di essere, per ciò stesso, dalla parte buona”.
“Che ci siano anticlericali che sputano offese da ogni parte, lo mettiamo in conto”, prosegue Monari, “ma che sia un prete a farlo, che un prete prenda gusto a infangare papi come Paolo VI e Giovanni Paolo II, che lo faccia con libelli che propagano accuse su tutto e su tutti, questo crea disorientamento. Perché questo modo di fare? L’unica risposta che mi sembra di poter dare è quella che ho accennato sopra. Don Villa è convinto che il Concilio Ecumenico Vaticano II abbia rovinato la Chiesa e ritiene di essere lui il nobile cavaliere errante che il Signore ha chiamato per riportare la Chiesa sulla via della verità”.
“In realtà”, conclude il vescovo di Brescia, “il Concilio è stato un dono grande di Dio e come tale deve imparare a vederlo ogni credente. In quella assise più di 2300 Vescovi di tutta la Chiesa cattolica, attorno al Papa, hanno deciso il cammino della Chiesa sottoscrivendo alla quasi unanimità tutti i documenti. Bisogna davvero avere un’alta coscienza di sé per pensare di vedere meglio di tutti e di rappresentare meglio l’impulso dello Spirito Santo”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.