Ztl, nessun dialogo tra i due poli

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    Bocciate le proposte del centro-destra. Accordo su Abm e teatro Grande.


    (red.) Consiglio comunale di Brescia a due facce quello di ieri a Palazzo Loggia. Se, infatti, maggioranza di centro-sinistra e opposizione di centro-destra sulla questione delle Zone a traffico limitato (Ztl) non riescono proprio a trovare un punto d'incontro, sull'ingresso del comune di Brescia in Abm, la società bresciana nata per la gestione dell'aeroporto di Montichiari in contrapposizione con i veronesi dalla Catullo spa, e sul riassetto del teatro Grande, l'aula consiliare ha trovato una linea quasi totalmente bipartisan. 
    L'assemblea è entrata nel vivo quando la Casa delle Libertà, compatta, ha proposto una mozione per integrare le modifiche studiate dalla giunta Corsini per la viabilità del centro storico. Il documento, bocciato dalla maggioranza con l'appoggio di Rifondazione Comunista, proponeva cinque punti: convocare un consiglio comunale ad hoc sulle Ztl, ripristinare la telecamera di controllo degli accessi di via San Faustino all’incrocio con via Capriolo, prevedere il divieto di accesso al centro solo in due fasce orarie, presumibilmente dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18,30, eliminare il pagamento dei 62 euro per il permesso di sosta in centro, e diminuire il costo dei parcheggi.
    Segnali di distensione, come spiegavamo, invece sulla scelta della Loggia di entrare nel capitale sociale di Aeroporto Brescia Montichiari spa. Il vice-sindaco Luigi Morgano ha infatti spiegato che per il momento il comune investirà 100 mila euro per sottoscrivere una quota dell'1%. "E' un passaggio esclusivamente politico, che indica l'appoggio della città alle associazioni di categoria che stanno cercando di portare in mani bresciane lo scalo monteclarense. La Loggia, però, è anche disponibile a investire una cifra molto più consistente".
    La proposta, tra le file della minoranza, ha incontrato le perplesssità della sola Lega Nord, che attraverso Cesare Galli ha dichiarato: "Quello che avremmo voluto era una maggiore apertura ad enti privati, piuttosto che il pubblico dovesse ancora una volta accollarsi i costi di questa operazione".
    Sul riassetto del Teatro Grande è stata confermata da maggioranza e opposizione (Rifondazione esclusa) la linea illustrata dal primo cittadino Paolo Corsini. Secondo il nuovo statuto l’edificio, platea e galleria comprese, diventerà di proprietà della Società Teatro Grande. I palchi, invece, rimarranno di proprietà dei singoli palchettisti, che in più avranno una quota societaria proporzionale alla quota millesimale collegata a ciascun palco.

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