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libri Alessandra Delbono ha letto Versi in seta rossa del giovane poeta bresciano Andrea Tortelli

a cura di Alessandra Delbono


Il libro. Versi in seta rossa.
L'autore. Andrea Tortelli.
Editore. Zanetto Editore, Montichiari.
Pagine. 56.
Prezzo.
6 euro, in vendita nelle librerie Rinascita (Brescia) e Vantiniana (Rovato).
L'opera
. Trentasette poesie scelte (1998-2002) nella vasta produzione lirica dell'autore. Nella quarta di copertina compare il manifesto poetico (“Ringraziamenti e muse”), nei risvolti il giudizio sull’opera dell’editore-poeta, Vittorio Zanetto, che ha pubblicato – fra gli altri – due dei più grandi poeti contemporanei: Alda Merini e Mario Luzi. Ulteriori informazioni sul libro sono reperibili all’indirizzo www.rovato.it/setarossa.htm.
La scheda.
Chi apre la raccolta è già inciampato nel titolo, "Versi in seta rossa". Perciò non si rimane sorpresi di trovare questo colore dominare pressoché in ogni pagina, quasi che le poesie dovessero esser scritte proprio su fogli rossi, di seta rossa, anzi.
Il rosso rappresenta il contenuto: prevalgono il sentimento, l'emozione, l'impressione, l'amore con tutti i suoi parenti: innamoramento, attrazione, passione, erotismo… E se ogni poesia fosse un quadro si potrebbe dire impressionante, perché si riversa intero su chi legge, ma allo stesso tempo anche impressionato, come le pellicole fotografiche su cui si fermano momenti, episodi e situazioni.
La seta, invece, rappresenta le forme di queste poesie. Fluide, che si appoggiano sullo spazio del verso come una sciarpa di seta su un collo, leggera e frusciante. E anche nella prosasticità, la "narrazione" non si spreca in dettagli, ma dà comunque il senso dell'accadere.
Del prezioso tessuto sono fatti anche gli aggettivi (“azzurrina”, “vezzosa”, “premurosa”, “prezioso”) e i sostantivi, che talvolta si scambiano la parte coi verbi (“che schiuma e che nuvola”). Il colore torna a dominare, invece, nella sintassi, nella punteggiatura quando incalza. Punti di sospensione e l'interrogativo sono incisi su cui poggia un istante la lettura (“potresti forse impedire?”) per poi tornare a spiegare con intensità (“che voli, sparisca, si perda”) e lirismo (“in un valzer di soffi/tra le minime spire del gesto/tra le inutili rime del verso”).
Questa raccolta si stampa anche con decisione e ritmicità nella memoria: molti versi non fluttuano, ma sentono la gravità dell'ironia e spesso la genialità delle espressioni, come quell’ “amore addomesticato alla sera” che ha la profondità e la calma del blu e non l'erotismo del rosso e la freschezza della seta. O quel breve ritratto di Zanetto, che “ha tutta l'ansia di lasciar sul foglio la pace agreste a cui fugge il sé”: una dichiarazione di poetica più che una descrizione. La pace agreste, poi, sembra rimandare a quella cultura dell'idillio e dell'ode propria dell'educazione classica da cui pare l'autore non riesca a prescindere, nonostante tentativi abbastanza espliciti di "fuggirne il sé", come infiltrazioni di inglese e versi pseudo-avanguardistici
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