La banca Valsabbina cresce ma non rischia

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Valsabbina
cresce ma
non rischia


(red.) Il secondo istituto di credito bresciano consolida i propri utili, ma non si avventura troppo. E’ in estrema sintesi, il riassunto di quanto emerso nella giornata di sabato, dedicata all’assemblea dei soci della Banca Valsabbina. In platea, al palafiera di Gavardo, si sono ritrovate circa 900 persone, in rappresentanza degli oltre 22600 soci e azionisti. Dati sostanzialmente in crescita, rispetto all’anno precedente, ad eccezione dell’indice di redditività. L'utile netto sale del 32,5%, arrivando a superare i 18 milioni di euro. Il patrimonio netto, invece, si consolida a 288mioni di euro (erano 265 nel 2005), mentre la raccolta diretta sale a 2 miliardi (1,7 nel 2005). Se gli impieghi si attestano a 1,9 milioni di euro (1,6 nel 2005), aumentano fino allo 0,88% (prima erano dello 0,63) le sofferenze, vale a dire i crediti incerti da recuperare.
L’assemblea, con un solo voto contrario ha deciso l’aumento del valore delle azioni da 15 a 16 euro e nominato tre consiglieri e il collegio dei probiviri. Confermati in Cda Piero Caggioli e Mario Ribelli, mentre Aldo Ebenestelli (presidente della Ivars di Vestone) prenderà il posto di Michele Oliva, amministratore storico dell’istituto.

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