India. Introduzione a un continente

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Questa rubrica, che propone vacanze in paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida – strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti, consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza diretta, disegnando itinerari che toccano le località più interessanti e particolari del paese descritto. Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi: considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.

di Matteo Borghesi

 
Sopra, un'immagine del traffico cittadino di Old Delhi
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Questo articolo è il primo di una serie di "pezzi" dedicati a un paese misterioso e affascinante, l'India, con le sue contraddizioni e la sua storia millenaria. Iniziamo con un articolo di carattere generale, riguardante i mezzi di trasporto, gli alloggi e le abitudini culinarie. Gli altri servizi propongono invece diversi itinerari alla scoperta delle zone per noi più interessanti di questa sterminata nazione.

Prima di partire
Nel subcontinente indiano tutto è estremo e grande: solo raramente c'è una via di mezzo per tutto quello che appartiene a questo paese. Grande è la bellezza di alcune sue città così come lo è la bruttezza di altre, grandi sono la ricchezza e la storia, ma altrettanto lo sono la miseria e l'ingiustizia, grande infine la religiosità che emana dai templi opposta alla mancanza di spirituale che è insita nella fame. Così si potrebbe continuare a lungo, poiché in India poche volte si ha il senso della moderazione e del normale nella comune accezione occidentale. Un viaggio in questo paese, a prescindere da come lo facciate, rappresenterà in ogni caso un punto di svolta rispetto a tutto quello che avete visto in altri viaggi: sarà una sorta di spartiacque tra il "prima" e il "poi" rispetto alle vostre vacanze e forse non solo a quelle. La sensibilità che vi appartiene, la vostra comprensione del dolore, della povertà, della condizione degli altri, di chi soffre vivendo in modi inimmaginabili, tutto questo quando farete rientro a casa non potrà più essere uguale: l'India è un paese che lascia comunque un segno. E' vero, come qualcuno sostiene, che la si odia o la si ama, non potrà in ogni caso suscitare indifferenza: c'è chi non vede l'ora di andarsene, altri avranno presto voglia di tornarci e ogni volta sarà una scoperta, ci sarà sempre qualcosa di nuovo e di grande da vedere e conoscere. Come per altri paesi, molto dipende dal tipo di viaggio che compirete, dalla distanza che siete soliti porre tra voi e quello che vi circonda, anche dalla quantità di denaro – quindi dalla qualità della vita – che nei viaggi spendete, dal livello di coinvolgimento e dalle esperienze nella realtà locale. L'India è un paese di grandissimo interesse, da sempre nelle attenzioni di chi ama viaggiare e sperimentare il diverso; non andateci però senza motivazione, senza la necessaria conoscenza, pur teorica, di cosa vi aspetta. Non andateci nemmeno con la paura, con la diffidenza o l'insicurezza verso questo paese, cosa che non vi permetterebbe di capire e di godere quanto (ed è tanto) di bello vi potrete trovare. In questi articoli non tracceremo un itinerario che percorra l'India e questo per vari motivi: in primo luogo per la vastità del paese, troppo grande per essere visitato con poche possibilità di combinazioni, poi sono troppi i posti e le attrattive per poterli ridurre ad alcune tracce – pur indicative – che inevitabilmente taglierebbero fuori un gran numero di città, di luoghi spettacolari che invece assolutamente vanno visitati. Meglio quindi fare un elenco che, lungi dall'essere comunque esaustivo, proponga una serie di tappe scelte tra i posti visti da chi scrive e che non può esaurire tutte le possibilità offerte dal paese. Può accadere quindi che a pochi chilometri da una località citata ve ne siano di altrettanto meritorie di attenzione. Una volta ancora l'uso della guida è indispensabile: senza dubbio, la migliore in circolazione per un viaggio in India è quella edita dalla Lonely Planet (in inglese) e tradotta in italiano dalla Edt.
La programmazione di un itinerario non può prescindere da almeno un paio di considerazioni: le distanze dei vari posti tra loro e la stagione nella quale è previsto il viaggio. In India autobus e treni difficilmente percorrono medie superiori ai 40 chilometri orari e si tratterà di viaggi stancanti a causa delle strade e dei mezzi privi di molleggio. Il rumore del motore, il continuo movimento di gente che sale e scende, la scomodità dei sedili non contribuiscono a rendere il tutto piacevole e quindi anche poche ore di tragitto possono trasformarsi in un'agonia. Per non rendere quindi eccessivamente faticoso il viaggio cercate nei limiti del possibile (talvolta non lo è) di fare percorsi brevi, quantomeno se si utilizza l'autobus. Con il treno questi problemi si riducono, ma non si eliminano completamente.

Il periodo migliore
Il clima può essere fastidiosamente caldo e umido in alcune zone e mesi dell'anno, soprattutto nel periodo primaverile inoltrato con il seguente monsone. Le notti invernali negli Stati più a nord, per esempio in Rajasthan, sono sorprendentemente fredde e le mattine nebbiose. Tutto questo va ben considerato prima di decidere il periodo e i luoghi che s'intendono visitare. Di massima, il periodo migliore per recarsi in India è quello compreso tra ottobre e marzo: il clima è accettabile in tutte le zone che verranno descritte nelle prossime puntate. Oltre questi mesi il caldo si fa opprimente e l'aria prima polverosa e secca, poi, con l'arrivo del monsone, umida e afosa. La pioggia estiva, pur rinfrescando un poco, rende gli spostamenti difficoltosi e le strade ancora più lerce.

I mezzi di trasporto
A chi non c'è mai stato farà sicuramente impressione il vedere in che modo gli indiani intendono il codice della strada: praticamente vige la legge del più forte, il mezzo più grande e veloce ha sempre e in ogni caso ragione, diritto di precedenza e di insulto nei confronti del piccolo e lento (una sorta di metafora della vita?). Spesso la precedenza è chiesta con un'esplicito gesto, talvolta con un più dimesso cenno della mano a cui può seguire, nel caso in cui l'altro ritardi o esiti ad assecondare la pretesa, un'occhiataccia perentoria. I sorpassi avvengono con grande strombazzata di clacson (talvolta trombette di gomma), con il mezzo più lento costretto a gettarsi da parte, magari sulla zona laterale sterrata della strada; altre volte, nel caso si tratti di moto, con queste ultime che si fermano a lato per non disturbare oltre il mezzo veloce e grosso. Considerate poi che la strada è frequentata da ogni sorta di animali, biciclette, risciò, camion, pedoni, carretti in numero tale da richiedere un'ossessiva e continua attenzione: nessun occidentale sarebbe in grado di guidare in quelle condizioni. Il risciò, una bicicletta che traina un carrettino a due o tre posti, è il mezzo più economico e diffuso per spostarsi nelle città e nei villaggi; il prezzo delle corse va concordato a seconda della distanza e delle persone trasportate, anche se si tratterà sempre di cifre ridicole rispetto alla fatica del pedalatore. Il moto-risciò è una specie di Ape, spesso munito di tassametro, molto diffuso ovunque e i cui conducenti vi faranno provare talvolta l'ebbrezza dello slalom nel traffico urbano, sempre a pochi centimetri dall'impattare una vacca o un camion. I taxi, spesso delle vecchie 1100 Fiat, sono invece diffusi solo nelle più grandi città e sono, ovviamente, i meno economici. Esistono poi altri taxi che possono essere utilizzati anche come auto in affitto per lunghe distanze o itinerari: il prezzo è comprensivo di autista, da contrattare duramente, e i mezzi possono essere noleggiati sia presso agenzie sia nei parcheggi di strada. Valutate sempre, quando possibile, lo stato del veicolo e verificate che l'autista abbia ben capito dove volete andare poiché talvolta questo non parla l'inglese o addirittura non conosce il posto dove volete recarvi. Gli autobus sono gestiti principalmente da compagnie statali, vanno ovunque e non sono di grande comfort, hanno sedili non imbottiti e pochissimo spazio per i bagagli. Le stazioni si chiamano "bus stand" e si trovano in tutte le città e nei villaggi, sono luoghi in genere molto affollati e caotici soprattutto nelle ore centrali della giornata. Spesso prendere un autobus significa gettarsi in una ressa e gestire dei veri e propri corpo a corpo, non esistendo il minimo riguardo nei confronti di nessuno né alcuna norma di accesso al mezzo che non la forza dei gomiti e delle spinte. Sono momenti in cui è facile essere derubati, dovendo imbracciare il bagaglio ed essendo la vostra attenzione rivolta altrove. L'assalto al bus non è una norma, però chiunque abbia viaggiato un po' in India potrà dire di averne fatti spesso: poche volte salire e occupare un posto si rivela un'impresa semplice e agevole, ma è più facile che questo accada nelle prime ore del mattino. In pratica non esiste la possibilità di prenotare un posto in anticipo, ma per qualche rupia (diciamo dieci a testa) si può ingaggiare un facchino che salirà a occupare il posto in vece vostra: non è bello, ma spesso funziona. Un altro sistema – lo usano moltissimo gli indiani – è di porre attraverso il finestrino un qualsiasi oggetto sul sedile: tanto basta per dire che quel posto è "riservato". Il costo del viaggio in bus è molto basso così come la velocità di percorrenza media (40 chilometri orari), accade anche che gli orari non vengano rispettati o che siano in grave ritardo. In alcune tratte, quelle più praticate dai turisti, esistono poi dei servizi privati con maggiore comfort e meno problemi: chiedete nelle agenzie di viaggi locali per orari e possibilità. Il treno è un mezzo che vale la pena di utilizzare ogni volta che sia possibile: la rete ferroviaria indiana è una delle più estese e frequentate al mondo, i treni sono in ogni caso più comodi e sicuri rispetto al trasporto su strada, avrete la possibilità di scegliere tra differenti opzioni per il tipo di posto, sono meno stancanti, il viaggio è più tranquillo e inoltre su alcuni convogli funziona anche un servizio di ristorante: il pasto, che un incaricato passerà a prenotare, vi sarà portato direttamente nello scompartimento. La prima classe, pur non essendo paragonabile nemmeno a una nostra seconda, è una buona soluzione per viaggi lunghi: potrete stendervi sulle cuccette superiori anche durante il giorno e in genere non è molto affollata. Un'altra buona possibilità è data dalle "air con chair" di seconda classe, costano il 70 per cento della prima e sono simili a una poltrona d'aereo con aria condizionata. La seconda classe normale è spesso molto affollata, ha panche di legno e, soprattutto sui treni principali, la ressa per salire è notevole. Esistono vari tipi di treno, nessuno particolarmente veloce (40 chilometri all'ora mediamente) a parte rari "super fast" che però operano su poche linee. Evitate per quanto possibile i "passenger", treni locali lenti, scomodi e molto frequentati. Utilizzate invece i "mail" e gli "express": è possibile prenotare il posto presso le stazioni, indicando il numero del treno che troverete sui tabelloni degli orari (spesso in inglese). Ritardi notevoli sono abbastanza consueti e prevedibili, considerate anche le lunghe distanze percorse da molti treni, non rari anche guasti alle linee o alle motrici: armatevi di pazienza e aspettate che il problema venga risolto (al massimo in qualche ora).

Dove dormire
La varietà di sistemazioni alberghiere è in India estremamente ampia: si va da stanze infime e lerce, praticamente improponibili, che vengono affittate per pochi euro, fino alle più lussuose suite in palazzi principeschi con tanto di personale in costume che pare uscito da un libro di racconti. Nel mezzo, un gran numero di possibilità più praticabili per ogni gusto e tasca: alberghi a gestione statale (generalmente chiamati tourist bungalow) e tranquilli hotel di media categoria, trafficati alberghi tipicamente per uomini d'affari e dignitosi lodge dal prezzo contenuto, sistemazioni che comunque, anche negli hotel più quotati, è meglio verificare di persona prima di accettare e pagare. Succede spesso infatti che qualcosa nella camera non funzioni: una volta il ventilatore, un'altra lo sciacquone del bagno, l'impianto elettrico o l'acqua calda che non arriva. Tutto questo è abbastanza normale anche in posti dove la cifra corrisposta dovrebbe, in teoria, preservare da brutte sorprese e sarà tanto di guadagnato accorgersene per tempo. Gli alberghi a gestione statale sono diffusi in tutto il paese, spesso ce ne sono anche nelle piccole località se di qualche interesse turistico, garantiscono nella maggior parte dei casi uno standard sufficiente. Hanno l'indubbio vantaggio di essere spesso dislocati fuori dal centro e di possedere un giardino, cosa che in India, dato il traffico caotico dei centri urbani, li rende piacevolmente tranquilli. Sono inoltre provvisti di ristorante, talvolta di buon livello. Questi alloggi sono anche il posto da cui partono vari tour per i luoghi più interessanti dei dintorni, esperienza talvolta comoda e divertente anche per più i restii al concetto di gita organizzata. I tourist bungalow del Rajasthan e del Tamil Nadu, per esempio, sono presenti nella maggior parte delle località e sono posti quantomeno accettabili, spesso hanno stanze di standard differenziato e mai troppo costose. Comunque, il livello di questi posti supera sempre, a parità di spesa, quello degli hotel privati e generalmente sono più puliti, anche se talvolta, soprattutto nelle località meno frequentate, un po' "andati" e trascurati nella manutenzione.
In tutti gli hotel che verranno citati il costo della camera doppia con servizi privati è compreso entro i 20/25 euro. Ma per essere aggiornati sui prezzi conviene riferirsi all'ultima edizione della guida, che pure non sempre è precisa.

Dove mangiare
La cucina tradizionale indiana, raffinata e molto varia, è di sicuro estremamente distante dal nostro intendimento e gusto; la maggiore parte delle pietanze è infatti fortemente speziata e resa così piccante da risultare per noi quasi immangiabile. Le prime volte che assaggerete qualcosa vi potrete ben rendere conto di cosa significhi avere la sensazione sgradevole che tutto sia fuori dalla portata della vostra gola e del vostro stomaco, la bocca correrà continuamente al bicchiere d'acqua col quale cercherete, inutilmente, di alleviare la sofferenza e di spegnere l'incendio che vi si è sviluppato. Ed è un vero peccato, perché in questo modo tutti i sapori dei piatti, talvolta dall'aspetto molto appetitoso, vengono cancellati e coperti dal solo gusto del curry e dall'aggressività del peperoncino: ma per un indiano se il cibo non è così non è commestibile. Un po' alla volta, ma solo se vi piace il piccante, riuscirete con grande cautela a mangiare qualcosa mischiando con molto riso bianco una piccola parte della pietanza prescelta, oppure ricorrendo a uno dei numerosi piatti di chiara origine cinese presenti in quasi tutti i menu. Nell'India del nord, potrete anche assaggiare senza problemi alcune specialità della cucina moghul – quella per intendersi di origine islamica – che generalmente sono speziate, ma non particolarmente piccanti. Come per l'alloggio, anche per la ristorazione le possibilità attraversano una gamma che va dall'improponibile all'estremamente raffinato e gustoso: bancarelle e piccoli ristoranti di strada non sono esattamente i posti dove a un europeo sia consigliabile mangiare alcunché, il livello igienico è infatti tale da rendere certa un'infezione al primo boccone, anche se talora sarete attratti dai profumi invitanti che si levano; in questo caso il costo per un pasto non arriva nemmeno all'euro. Al vertice delle possibilità e solo in alcune città, sfarzosi e raffinati ristoranti offrono il meglio dell'arte culinaria indiana, naturalmente a costi adeguati alla situazione. Nel mezzo, tantissimi ristoranti, spesso all'interno degli hotel, propongono una buona scelta di cibo a prezzi che mediamente stanno intorno ai 5 euro e garantiscono uno standard qualitativo accettabile, anche se non vi consigliamo di dare un'occhiata alle cucine perché potreste ricavarne una pessima impressione: la pulizia e le norme igieniche sono nella maggior parte dei casi quantomeno carenti. Il servizio poi può essere esasperatamente lento: per una colazione, a chi scrive è capitato più volte di aspettare 30 o 40 minuti, per un pasto anche più di un'ora e non è un'attesa eccezionale. Preparatevi quindi a portar pazienza, in India non esiste il concetto di fretta. Per bere, sono vendute pressoché ovunque bottiglie di acqua purificata, in alternativa le consuete bibite gassate e dolcissime. Non tutti i ristoranti hanno la licenza per gli alcolici, quindi la birra – di produzione indiana – la troverete solo in alcuni posti o in rari negozi che vendono anche liquori locali. Il tè è venduto ovunque, spesso miscelato con il latte e già zuccherato; se lo volete senza aggiunte, chiedete del "black tea".

I mendicanti
Vi capiterà decine di volte, nel corso di un viaggio in India, d'imbattervi in qualcuno che vi domandi un'elemosina. Talvolta saranno mendicanti dalle orribili mutilazioni, altre volte lebbrosi o deformi, o bambini e donne coperti di stracci come in nessun'altra parte del mondo mai vi succederà di vedere. Naturalmente non dipende da voi risolvere gli immensi problemi dei poveri del paese e forse riterrete che il miglior modo per affrontare la situazione sia l'indifferenza, poiché sono talmente tanti i questuanti che di certo non potreste accontentare tutti. Considerate comunque che anche una per noi insignificante moneta data a un affamato, a una persona disperata per cui voi siete il ricco, possono servirgli per un misero piatto di riso facendo apparire un sorriso ed una benedizione sulle sue labbra, mentre se girerete con noncuranza il capo dall'altra parte non vi resterà che il senso di colpa per tanta sofferenza. Anche dare una moneta a un bambino può servire a dargli una gioia che altrimenti mai potrà provare. Forse non è corretto, ma certo l'espressione felice dei suoi occhi non vi abbandonerà per lungo tempo. Nel dubbio, è sempre meglio dare.


 

 

 

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