Guatemala. Un paradiso dove il tempo scorre lento

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di Matteo Borghesi 

Questa rubrica, che propone vacanze in paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida – strumento indispensabile -, ma fornisce suggerimenti, consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza diretta, disegnando itinerari che toccano le località più interessanti e particolari del paese descritto. Ovviamente non c'è pretesa di essere esaustivi: considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i limiti del caso, c'è stato. Sono quindi graditi suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.

  
Sopra un edificio Maya posto nella piazza centrale dell'antica Tikal. Più in basso sulla sinistra un'immagine di un mercato indio guatemelteco, nella quale è visibile l'abbigliamento tipico della gente del posto.

Prima di partire
Il Guatemala è un paese relativamente piccolo ma di grande bellezza la cui visita non può mancare di essere considerata da parte di ogni turista viaggiatore: vi si trovano maestosi vulcani, paesaggi incantevoli, probabilmente la più bella delle città coloniali di tutte le Americhe, uno dei più intriganti siti archeologici Maya, coloratissimi mercati e ovunque si prova la sensazione di essere in un luogo dall'atmosfera unica. E' doveroso però ricordare che questo paese e la sua popolazione hanno vissuto una delle più atroci e spietate guerre civili della storia degli ultimi venti anni. Circa 50 mila persone sono state uccise, torturate, violentate o sono semplicemente "sparite" per lo più negli anni tra il 1980 e il 1983, vittime delle forze armate (esercito, polizia, squadre paramilitari) del paese, oltre ad altre 5 mila uccise dalla guerriglia. La maggior parte di queste vittime apparteneva alla etnia Maya (attualmente circa il 45 per cento della popolazione totale) e alle fasce più povere ed emarginate della società. Si calcola che nel corso di quel periodo siano stati compiuti più di 500 massacri documentati (e impuniti) e siano state cancellate intere comunità.

L'itinerario. Il Guatemala è facilmente visitabile in otto-dieci giorni se ci si limita ai luoghi più significativi, questo fa sì che si possa unire facilmente con un itinerario proveniente dal Chiapas messicano o con un viaggio verso lo Yucatàn in direzione nord. L'itinerario qui proposto parte da Città del Guatemala, sale verso l'altopiano fino a Chichicastenango, raggiunge il lago Atitlàn, scende verso Antigua e da lì ritorna alla capitale, quindi raggiunge il lago Petèn Itzà nel nord del paese.

I mezzi di trasporto. Anche qui, come in Messico, il mezzo di trasporto che conviene utilizzare per gli spostamenti è l'autobus, anche se a differenza del paese vicino non è così confortevole e veloce: spesso si tratta di scuolabus americani dismessi, con poco spazio per le gambe e i bagagli. Considerate però che le distanze tra i luoghi più famosi sono abbastanza brevi, percorribili in due o tre ore al massimo, fatta eccezione della tappa che porterà a Flores nelle vicinanze di Tikal, per cui invece, data la distanza e lo stato delle strade, è consigliabile utilizzare un volo interno. Gli autobus guatemaltechi arrivano comunque in ogni sperduto villaggio, sono molto economici e in genere vecchiotti, sempre frequenti nelle ore mattutine per diradarsi poi nel pomeriggio. In alcune tratte (quelle frequentate dai turisti) vi sono poi anche più confortevoli servizi gestiti da privati che utilizzano minibus, rapidi anche se molto meno economici.

Il periodo migliore. Il Guatemala ha un clima piacevole per la maggior parte dell'anno, anche se le notti invernali sull'altopiano possono essere fresche. Durante i mesi estivi cade la maggior parte delle piogge e il periodo più caldo, soprattutto nelle regione del Petèn, è la tarda primavera.

Cosa mangiare. La cucina del paese è abbastanza simile a quella messicana, in versione più povera: il costo medio di un pranzo al ristorante si aggira tra i 5 e i 10 euro. Per abbattere molto i costi basta mangiare ai mercati o presso le bancarelle per strada.

Avvertenza. Tutti i prezzi sono semplicemente indicativi e vanno verificati al momento del viaggio. 

Il percorso tappa per tappa

Città del Guatemala. La capitale del paese è una città tutto sommato insignificante: non possiede monumenti o musei irrinunciabili, è abbastanza caotica ed inquinata e, nonostante l'impianto coloniale, non ha edifici degni di nota : anche la cattedrale, sulla plaza Mayor, non ha niente di speciale. Dall'aeroporto, che dista pochi chilometri dal centro, prendete un taxi (concordate la cifra in anticipo) per raggiungere l'albergo: vi costerà poco. Soprattutto nelle ore serali o di notte non è consigliabile girare a piedi con bagagli appresso. In alternativa , fino alle 22, ci sono i bus urbani e, oltre quell'ora e per tutta la notte, dei minibus privati. L'albergo che vi consigliamo è lo Spring Hotel – 8° Avenida,12-65, abbastanza vicino alla piazza – un posto carino e tranquillo. Non avendo motivi particolari per fermarvi in città oltre una notte, recatevi alla stazione degli autobus, che dista circa tre chilometri dall'hotel, servendovi del bus urbano che passa nei pressi e scendendo al mercato centrale, dietro il quale c'è il terminal. Il posto è in genere molto affollato e caotico, quindi domandate a qualcuno dove trovare il mezzo di vostro interesse. Nei dintorni potrete acquistare cibo e bibite nei vari chioschi oltre a potervi servire del mercato stesso.

Chichicastenango. Il motivo principale che porta i turisti in questo paese di montagna molto caratteristico, con le strade acciottolate e le case bianche dai tetti con tegole rosse, è il mercato che vi si tiene due volte la settimana, il giovedì e la domenica. In quei giorni una grande folla di venditori, gente dei villaggi e turisti si accalca sulla piazza e nelle strade tutto intorno e il luogo è percorso da una frenesia e da un movimento che per il resto della settimana non appartiene certo a questo piccolo paese, posto a 2.030 metri di altitudine e a 146 chilometri dalla capitale. Al mercato, gestito quasi esclusivamente da indios, si trovano centinaia di banchi sui quali è esposta una infinità di masserizie, prodotti alimentari, abiti e tutto il meglio dell'artigianato locale tra cui le famose maschere di legno intagliato e dipinto. In questo tripudio di merci potrete girovagare per ore (attenzione ai borseggiatori) restando affascinati dalla bellezza dei prodotti che gli indios di tutto il Guatemala sanno produrre e dal fantasioso e sapiente uso che il popolo Maya sa fare del colore. Sulla piazza si affacciano la chiesa di Santo Tomàs e la Capilla del Calvario, sulle cui scalinate la domenica mattina si officiano cerimonie che di cristiano non hanno proprio nulla: si tratta invece di riti maya dal sapore sincretico durante i quali dei capi-preghiera indigeni fanno roteare scatole di latta contenenti incenso mentre recitano parole magiche. L'ingresso alla chiesa avviene da una porta laterale sulla destra, essendo quella principale riservata agli officianti. All'interno, come in altre chiese del Chiapas a prevalenza india, offerte di vario genere (liquori, sigarette, mais, eccetera) e in terra rami di pino ed erba. Fate un uso attento della macchina fotografica o della videocamera perché non sempre i locali, soprattutto gli anziani, sono ben disposti nei confronti alla raffica di foto scattate dai turisti in queste situazioni. Sotto i portici nella piazza ci sono alcuni piccoli ristoranti che vale la pena provare, ma il mercato stesso fornisce abbondanza di cibo che i palati meno esigenti potranno gustare in compagnia dei molti avventori locali. Poco lontano dalla piazza, l'Hotel Giròn – 6° calle – offre dignitose stanze con bagno. I giorni di vigilia del mercato sono abbastanza affollati, cercate quindi di arrivare non troppo tardi nella giornata per essere sicuri di trovare una camera libera. A Chichicastenango non c'è una vera stazione degli autobus: questi fermano lungo la strada principale in vari punti e sarà quindi opportuno informarsi sul posto per gli orari.

In alto a sinistra un'immagine del cimitero
di Chichicastenango, qui a destra il
sagrato della Capilla del Calvario
durante il mercato. Qui sotto il porto di
Panajachel, sullo sfondo sono visibili i
vulcani che circondano il lago di Atitlàn.

Panajachel. Questo piccolo villaggio, che si trova sulle rive del lago Atitlàn, non ha niente di attrattivo in sé oltre il fatto di essere affacciato su di uno dei più belli e spettacolari paesaggi di tutto il Guatemala. Non ci sono infatti né chiese né edifici di pregio, non un mercato indio, non una particolare attività locale. Il lago e la splendida veduta dei tre vulcani (San Pedro, Atitlàn, Tolimàn) sono però di una grandissima suggestione e da qui partono varie possibilità di escursione in barca per la visita dei vari villaggi che sorgono sulle rive. Il paese quindi è cresciuto a dimensione turistica: vi troverete abbondanza di alberghi (in genere di categoria medio bassa) e di ristoranti dai menu spesso volti ad accontentare il gusto dei gringos. Inoltre sono moltissimi le bancarelle e i negozi nei quali si trovano esposti tutti i prodotti dell'artigianato locale, anche questi spesso adeguati alla clientela, tutti di buon livello e decisamente interessanti. Dall'imbarcadero partono con frequenza piccoli battelli che vi condurranno, in un'ora circa , sull'altra sponda, dove si trova il villaggio di Santiago Atitlàn, un piccolo paese assolutamente " intatto" posto proprio sotto due vulcani. Qui la vita mantiene ancora i ritmi e il sapore di un tempo remoto; naturalmente, essendo il posto molto frequentato dal turismo, parte delle attività commerciali è stata convertita a questo scopo anche se gli abitanti non sembrano molto curarsi della presenza a volte invadente degli stranieri. Sempre con partenza dall'imbarcadero di Panajachel vari battelli e lance fanno servizio per gli altri villaggi dei dintorni, in alternativa pochi autobus percorrono la strada in cattivo stato che li raggiunge via terra. Le possibilità per mangiare e per dormire sono davvero molte: il paese è un susseguirsi di ristoranti e alberghi sia lungo le strade sia sulle rive del lago. L'Hotel las Casitas, nei pressi della chiesa e del municipio, ha piccoli bungalow; preferite però l'Hotel Galindo – calle Real, pochi metri prima del Casitas – dove in un bel giardino pieno di piante sono dislocate varie stanze con servizi. Questi due alberghi, pur non essendo vicini al lago (distano circa 800-900 metri) hanno il vantaggio di essere poco lontano dalla fermata degli autobus, del mercato e da una banca, praticamente in centro al paese. Lungo calle Santander, la via che conduce al lago, troverete decine di ristoranti e di negozi di artigianato che rendono ancor più piacevole la breve passeggiata fino alla riva. Nei pressi dell'hotel Galindo c'è una piccola pasticceria che prepara buone colazioni: vale la pena di provarla per la freschezza e la varietà dei dolci che propone. Da Chichicastenago molti autobus vi condurranno in pochi chilometri a Los Encuentros, sulla carretera Panamericana, e da qui bus altrettanto frequenti portano a Panajachel, talvolta con un ulteriore cambio di mezzo a Sololà. Non fatevi scoraggiare da tanta complicazione: in tutto sono solo 29 chilometri, poco più di un'ora di tragitto. Ogni giorno ci sono anche pochi autobus diretti, che partono il mattino.

Qui sopra, a sinistra: il Parque Central, centro di Antigua, a destra i tipici negozietti della città chiamati tiendas. In basso a sinistra uno scorcio della stessa città, sullo sfondo domina il Volcan de Fuego, uno dei tre che la circondano. Più in basso a destra un antico edificio Maya di Tikal.

Antigua Guatemala. La vecchia capitale del paese è senza dubbio la più bella e particolare città del Guatemala: le strade acciottolate; le basse case coloniali (terremoti vari le hanno ridotte così); i molti monasteri e chiese; i vulcani che la sovrastano minacciosi; tutto ciò , unitamente al fatto di essere un vero e proprio museo all'aria aperta, le conferisce questo primato. In questa città nella quale il tempo sembra essersi fermato – nonostante il turismo e gli "internet cafè" – si può veramente assaporare il gusto dell'unicità del luogo: qui davvero l'atmosfera è magica e gradevole, è una località che emana qualcosa di melanconico nonostante abbia un'intensa attività culturale, una vita di strada molto attiva e apparentemente serena. Nel corso degli anni vari cataclismi ne hanno sconvolto l'aspetto, lasciando molte chiese semi diroccate – tutte dal grande fascino, spesso circondate da giardini fioriti e chiostri – e praticamente tutti gli edifici ridotti al solo piano terra. Non troverete in tutta la città una sola insegna luminosa, neon colorati o altro che ne modifichi l'aspetto originario, non vedrete brutture e scempi edilizi anzi, pregevoli ristrutturazioni e colori pastello sugli intonaci ne esaltano ancor più la bellezza. La piazza, il Parque Central, con gli edifici porticati e due piani (una rarità) è il centro delle attività e della vita di Antigua: qui convergono decine di venditori indios che scendono dai villaggi dei dintorni per proporre le loro merci ai turisti e qui passerete molte volte nel vostro bighellonare per le vie dritte e dal traffico discreto. Praticamente attaccato al Convento de la Compañia de Jesus, un piccolo mercato di artigianato indio offre a prezzi davvero bassi e sempre trattabili il meglio del repertorio guatemalteco: cinture, borse, coperte, tutto coloratissimo e di buona fattura: non mancate di visitarlo, è uno dei migliori del paese. Quattro isolati a ovest della piazza si trova il grande e caotico mercato, sempre affollato, nei pressi del quale c'è anche il terminal degli autobus. Per recarvi all'aeroporto La Aurora, a Città del Guatemala, potrete fruire di vari sevizi di minibus privati che vi ci porteranno direttamente: orari e prenotazioni presso tutte le agenzie di viaggio della città. E' previsto anche il servizio a domicilio: comunicate il nome del vostro albergo e verranno a prendervi. Panajachel dista 80 chilometri (due ore di bus) e la capitale soli 45 chilometri che , traffico permettendo, si percorrono in un'ora. Non lontano dalla stazione degli autobus, in Alameda Santa Lucia 9, la Casa de Santa Lucia è una piccola e piacevole locanda ben tenuta e dal fascino coloniale che affitta camere con bagno. Nei pressi del Parque Central troverete un buon numero di discreti ristoranti, non solo per turisti, dove con pochi soldi mangerete bene. Uno di questi è il Doña Luisa Xicotencatl, appena a nord della piazza, che funziona anche da luogo d'incontro e di scambio d'informazioni: una bacheca è infatti a disposizione di chiunque voglia lasciare messaggi e notizie, annunci o richieste.

Tikal. Le rovine della città Maya di Tikal sono sparse in una vasta area nella foresta del Petèn. Vari percorsi (non sempre ben segnalati) conducono attraverso la foresta pluviale fino ai principali edifici, il clima è molto umido e c'è abbastanza da camminare per vedere le cose principali. Andateci quindi solo se siete in buona forma e con una cospicua riserva di acqua. Le ore del mattino sono sempre le più indicate per questo tipo di escursioni poiché in molti mesi dell'anno fa caldo e in primavera ed estate zanzare e insetti vari contribuiscono a rendere la passeggiata meno piacevole. Contrariamente a quanto si legge sulle guide, non ci è capitato di vedere nemmeno una delle famose scimmie urlatrici e delle are (grossi pappagalli) che vivono sugli alberi. Il posto comunque è unico e di grandissima suggestione: le piramidi e gli edifici sono di grande bellezza e la dislocazione nel mezzo della giungla non fa che accrescerne il fascino, richiamando un po' la città maya di Cobà, nello Yucatàn messicano. Il sito è stato solo parzialmente scavato, per cui la maggior parte degli edifici giace sotto una vegetazione rigogliosissima. E' davvero impressionante vedere quanto il tempo e la natura possano fare in così relativamente pochi anni: si stenta a riconoscere in certi cumuli di pietre coperti di vegetazione quelle che un tempo erano imponenti piramidi e palazzi nobiliari, è richiesta quindi una buona dose di fantasia per farsi un'idea di come Tikal potesse essere solo 500 anni fa. Per arrivare alle rovine è possibile fruire di un servizio di minibus turistici che parte più volte al giorno da Santa Elena e Flores, due paesi adiacenti tra loro e posti sulla riva del lago Petèn Itzà, a 70 chilometri dal sito. Qui, oltre all'aeroporto, c'è la stazione degli autobus e un buon numero di alberghi, i ristoranti e vari servizi (agenzie di viaggi e banca). Il viaggio per il sito dura un paio d'ore. A Santa Elena, nei pressi del lago sulla strada che porta all'isola di Flores, si può alloggiare all'Hotel San Juan: camere doppie non proprio esaltanti ma grandi e pulite. Annesso all'albergo c'è anche un ristorante passabile e da qui partono i bus turistici diretti in Belize ed a Chetumal, in Messico. In alternativa a Flores, 500 metri più avanti, potrete contare su di un buon numero di alberghetti e ristoranti più costosi ma di maggiore qualità. Fate molta attenzione al cibo che mangiate poiché questa è una zona ad alto rischio di infezioni intestinali. Città del Guatemala dista da qui 500 chilometri per lo più di pessima strada (circa 15 ore di viaggio in bus), questo è il motivo per cui consigliamo per questa tratta di fruire di uno dei voli interni, ovviamente molto più comodi e rapidi. Solo nel caso in cui siate interessati alla visita delle rovine di Copàn, appena oltre il confine con l'Honduras, ha senso considerare di fare le varie tappe in autobus: sarà comunque un viaggio lungo e non agevole per i vari cambi di mezzo e le oggettive difficoltà che tale escursione prevede.

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