Grecia. In auto nel Peloponneso, da Patrasso a Patrasso

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peloponnesoQuesta rubrica, che propone vacanze in paesi esteri, non vuol essere sostitutiva di una buona guida – strumento indispensabile -, ma fornirà suggerimenti, consigli e piccole notizie pratiche frutto di esperienza diretta, disegnando itinerari che toccheranno le località più interessanti e particolari del paese descritto. Ovviamente non c’è pretesa di essere esaustivi: considerate il tutto come il racconto di chi, con tutti i limiti del caso, c’è stato. Sono quindi graditi suggerimenti, aggiornamenti e integrazioni.

di Matteo Borghesi


Qui sopra un’immagine di Methoni; sotto Mistras.

Prima di partire
Viaggiare attraverso il Peloponneso è un’esperienza che vi lascerà stupiti per la bellezza del paesaggio e per la varietà delle cose da vedere. Si tratta di una terra spendida, ricca di vegetazione e di sorprendenti paesi fuori dal tempo, sospesi in una dimensione surreale nonostante la presenza di un turismo sempre più invadente. Potrete godere di varie bellezze naturali: monti e fiumi, vastissimi uliveti e agrumeti, splendide spiagge adatte a ogni gusto. Non mancano poi siti archeologici, tra i più interessanti della Grecia: villaggi bizantini, fortezze veneziane, torri fortificate, cittadine ricche di colore.

L’itinerario. Abbiamo scelto un percorso che parte da Patrasso e, in senso orario, si sviluppa più o meno per tutta la costa con due deviazioni nell’interno per la visita a Mistras e a Olympia. Non esaurisce certo tutto quello che questa terra può offrire al turista e al viaggiatore, ma vuole essere un suggerimento, una sorta di canovaccio su cui, con l’aiuto di una buona guida, è possibile ricamare il proprio tragitto attraverso i luoghi più interessanti. Le migliori guide sono quelle edite dalla Clup – per l’introduzione al paese – e dalla Lonely Planet, disponibile in italiano nella versione della Edt, buona per tutti gli aspetti pratici. In Grecia i siti archeologici di solito sono aperti ogni giorno tra le 8 e le18 e il biglietto d’ingresso costa in rapporto all’importanza. E’ da preferire una visita nelle ore più fresche della giornata: sono tra l’altro anche le meno affollate; l’uso di un cappello e una scorta di acqua sono sempre consigliati.

Perché in auto. Le strade del Peloponneso sono generalmente poco trafficate e in buono stato, adatte per una guida tranquilla e senza fretta sia per il tracciato spesso mosso, sia per il fatto che lo spettacolo offerto dal paesaggio è così intrigante da indurre a piccole velocità. Tutto l’itinerario si può ovviamente percorrere anche con i trasporti pubblici (autobus e treno), ma l’uso di un mezzo proprio consente in questo caso di vedere più cose impiegando meno tempo. La benzina costa in Grecia circa il 25 per cento in meno che in Italia.

Come arrivarci. Varie compagnie di navigazione collegano Ancona con Patrasso. Le più veloci (dalle 20 alle 25 ore) ed economiche sono la Strinzis Lines e la Anek Lines. La Strinzis e altre campagnie hanno partenze anche da Brindisi (10/12 ore per Patrasso) pressochè quotidiane.

Il percorso tappa per tappa
Patrasso è una città che non merita più che un frettoloso passaggio: è chiassosa e piena di traffico, esattamente il contrario di quanto sarà il resto del viaggio. L’unico motivo che vi ci porterà è la presenza del porto, caotico e affollato, pienissimo di Tir e di altri mezzi commerciali, che spesso riempiono le navi traghetto da e per l’Italia. Da Patrasso seguite la vecchia strada statale costiera, tranquilla e molto pittoresca, invece dell’autostrada in direzione Atene. La costa nord è un susseguirsi di paesini e villaggi più o meno turistici le cui spiagge non sono più che sottili strisce ghiaiose che richiamano i nostri laghi più che il mare. Alcuni di questi piccoli borghi sono costituiti da una fila di case e di ristoranti allineati sul mare: vi regna un’atmosfera sonnolenta che si vivacizza in estate per il turismo.

Diakoftò, a circa 55 chilometri da Patrasso, è un piacevole e rilassato villaggio sul mare, noto soprattutto perché da qui parte il trenino a cremagliera che sale attraverso la gola di Vouraikos, portando in 22 chilometri ai 700 metri di Kalavryta, fresca località montana tristemente famosa perchè nel 1943 le truppe di occupazione naziste vi trucidarono 1436 persone per rappresaglia. Il viaggio dura un’ora e mezza e vi sono varie partenza giornaliere.

Corinto è ormai solo un’anonima cittadina dal glorioso passato nelle cui vicinanze si possono visitare i siti della città antica e di Acrocorinto oppure di Nemèa; si può dare anche un’occhiata all’omonimo canale, grande opera realizzata nel secolo scorso che, di fatto, rende il Peloponneso un’isola.

Una quarantina di chilometri oltre Corinto si raggiunge Nea Epidauros, un bel villaggio sul mare con molti ristoranti piacevolmente affacciati sul porticciolo. E’ un buon luogo per una sosta prima di visitare le rovine dell’antica Epidauros, famose soprattutto per il teatro dalla perfetta acustica e capace di contenere 14 mila spettatori. Nelle vicinanze, un piccolo museo e varie rovine, tra cui il santuario di Asclepio, completano la visita.

Nafplio, 25 chilometri più avanti, è senza dubbio la più bella delle cittadine del Peloponneso. Il centro città, dominato dalla fortezza Itsh Kale, è costituito da un reticolo di stradine coloratissime con balconi fioriti in cui è piacevole passeggiare tra negozi vari e ristoranti, locali e bar. Qui abbiamo cercato e trovato un raro negozio di frutta e verdura, situato tra la piazza Syntagmatos e il lungomare Bouboulinas. Tutta la cittadina è poi sovrastata dalla imponente fortezza Palamidi, raggiungibile sia con una lunga e faticosa scalinata sia con una strada. Una gradevole passeggiata conduce poi in circa mezz’ora, proseguendo oltre il lungomare in direzione sud-ovest, alla spiaggia di Karathona. Nafplio può essere usata come base per la visita ai siti archeologici di Micene (nella foto), Tirinto e Argos, da cui dista solo pochi chilometri.

Una tortuosa strada attraverso la montagna conduce in 60 chilometri a Tripoli, da dove si prende una più agevole statale che, in altri 60 chilometri, porta fino a Sparta. Il principale motivo d’interesse della zona è costituito dalla visita alla città bizantina di Mistras, vero museo all’aria aperta situato 6 chilometri dal centro di Sparta. Qui, dislocate a grappolo sulla collina, contrafforte del monte Taigeto, varie chiese – alcune ristrutturate – ed edifici collegati da erti sentieri danno al visitatore una sensazione davvero particolare. La vista sulla piana sottostante completa il fascino del luogo. Una raccomandazione: non dimenticate una scorta di acqua e buone scarpe gommate per la camminata su e giù per la città, la cui visita richiede due o tre ore.

Monemvassia, a 100 Km di buona strada da Sparta in direzione sud-est (nella foto), è forse il luogo più suggestivo e particolare di tutto il Peloponneso. Questo piccolo villaggio posto su un’isola granitica è collegato alla terra da una strada rialzata che, in un chilometro circa, porta a Gèfyra, il paese dove si trovano il porticciolo, negozi, ristoranti e servizi vari. Il fascino di questo piccolo borgo medievale è davvero grande, l’atmosfera che vi regna è unica: le sue stradine – rigorosamete pedonali – vi conducono in solitarie piazzette attraverso scalinate e vicoletti con passaggi tra case semidiroccate. Oltre le mura, il mare che ruggisce sugli scogli e il vento rendono il posto davvero magico.

Tornando verso ovest, si giunge sul golfo Laconico dove piccole e appartate baie celano spiaggette di notevole bellezza. Una di queste, facilmente riconoscibile per la presenza di pennoni con bandiere, è raggiungibile da un piazzaletto in cui è possibile parcheggiare e dove troverete una scaletta che scende verso un bar. La collocazione è molto particolare e la spiaggia – pur piccola – è tra le più belle di tutto il Peloponneso.

Pochi chilometri e si giunge a Githio, piacevole paese con un bel porto su cui si affacciano casette color pastello e i soliti ristoranti con tanto di polpi stesi sui fili a seccare al sole.

La regione del Mani occupa la penisola mediana del sud. E’ la parte in assoluto più selvaggia e spoglia dell’itinerario. I paesi e villaggi che si susseguono sono caratterizzati da austere torri abitate costruite in pietra, mentre la costa è frastagliata e rocciosa. Vathia, situata all’estremo sud della penisola (nella foto) , è un villaggio semiabbandonato arroccato sulla cima di uno sperone roccioso che bene rappresenta il paese tipico del Mani. Tutta questa zona è comunque di grande suggestione paesaggistica ed ambientale.

Verso nord, in direzione Kalamata, si raggiunge Kardamili, un piccolo villaggio con una parte antica in semi-rovina e una lunga e bella spiaggia ghiaiosa raggiungibile con una strada che si diparte dalla statale appena fuori dal centro abitato, verso nord.

Il paese di Koroni, a sud-est della penisola della Messenia (il “dito” più a ovest), è anche molto piacevole per una breve visita: le sue case colorate salgono verso la collina e il porto a sud è chiuso da un piccolo castello veneziano.

Quello che stupisce di Methoni – 40 chilometri a ovest – non è il paese in sè, ma la grande fortezza veneto-turca che lo caratterizza. La visita, che richiede una buona ora, mostra un grande esempio di architettura militare oltre a rovine di bagni turchi, una chiesa ed edifici vari in una cornice particolare tra scogli e mare. Davvero notevole.

Le rovine di Olympia (nella foto) sono il principale motivo d’interesse archeologico del lato occidentale del Peloponneso e tra le meglio conservate di tutta la Grecia. Sono poste circa 110 chilometri a sud di Patrasso in un suggestivo paesaggio collinare. La visita, che richiede un paio di orette, è resa ancor più piacevole dall’ombra offerta da vari grandi alberi. Notevoli i resti del primo stadio e della palestra, il tempio di Zeus e quello di Hera; interessante anche il museo. Non ci si attendano comunque grandi cose: terremoti e intolleranze del passato hanno ridotto al minimo del basamento la maggior parte delle costruzioni. Nonostante ciò, il luogo rimane ricco di fascino e di atmosfera.
Una grande strada prosegue da qui sino a Patrasso, dove si può vedere la più brutta e trafficata periferia di tutto il Peloponneso e riprendere il traghetto per l’Italia.

Dove dormire e mangiare

L’alloggio nel Peloponneso è quasi ovunque garantito dalla presenza di domatia (stanze in affitto presso privati) che, con una spesa non eccessiva  forniscono una sistemazione più che dignitosa. Naturalmente anche alberghi e pensioni sono disponibili nella maggior parte dei principali paesi. I ristoranti offrono cibo monotonamente assortito e livellato su standard medio-bassi. I menu esposti sono spesso molto simili tra loro, con poco più di una decina di piatti a contendersi le preferenze dell’avventore. Tra questi: l’isalata greca o di paese – con pomodori, cetrioli, peperoni, olive e feta (formaggio di capra ); la moussaka, che richiama un po’ le lasagne, con melanzane e ragù; i souvlaki, spiedini di carne, raramente di pesce; i calamari, perlopiù fritti; le dolmades, riso e carne tritata avvolti in foglie di vite o cavolo e poi cotti; i pomodori o peperoni ripieni di riso. I prezzi mediamente consentono di mangiare con 15/20 euro a testa bevendo vino della casa. Con piatti di pesce il conto può essere più salato.

Le spiagge migliori
Le spiagge più interessanti che abbiamo incontrato nel Peloponneso si trovano a: Drepano-Assini (presso Nafplio: sabbia); a est di Githio (baie sabbiose e scogli); a Stoupa (sabbia); a Kardamili (lunga e ghiaiosa, con alcuni lettini a disposizione gratuitamente dei bagnanti); a Zaga (presso Koroni: sabbia); alla Golden beach (pochi chilometri a nord di Pilos: sabbia); a Romanos (oltre la Golden: sabbia); varie altre tra Kipirissia e Kalafas (sabbia).

 

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